Il Governo ha fatto sapere che la Farnesina segue con attenzione il caso del dott. Djalali sin da gennaio 2017. Sostanzialmente, è stato sollevato il caso più volte con le autorità iraniane, sia a livello diplomatico che a livello politico. Ecco alcuni passaggi salienti della risposta: “[…] Il 28 ottobre scorso l’ambasciata d’Italia si è associata al passo congiunto effettuato dall’ambasciatore della Bulgaria (Paese che rappresenta in loco la Presidenza del Consiglio dell’Unione europea) presso il Dipartimento dei diritti umani del Ministero degli esteri iraniano. In tale occasione è stata evidenziata la preoccupazione dei Paesi e delle pubbliche opinioni dell’Unione Europea per la sentenza a morte recentemente comminata. Sono state anche ricordate la contrarietà dell’Unione europea alla pena di morte e l’espresso auspicio che si svolga un giusto processo, e che vengano consentite visite regolari al detenuto da parte dei conoscenti e familiari.” “Da parte iraniana è stato osservato che, sulla base delle informazioni ricevute dal potere giudiziario, si tratta di una questione di estrema sensibilità che attiene alla sicurezza nazionale. […] Gli interlocutori iraniani hanno peraltro sottolineato che si tratta di una sentenza di primo grado e che Djalali potrà far ricorso, aggiungendo che, per i casi di condanna a morte, sono previsti meccanismi di tutela aggiuntivi che contemplano anche l’intervento del capo del potere giudiziario.
Le autorità iraniane hanno inoltre assicurato che è in fase di organizzazione un incontro tra l’ambasciata interessata e in Consiglio supremo dei diritti umani del potere giudiziario per approfondire le denunce della famiglia del detenuto in base alle quali egli non avrebbe potuto beneficiare di un giusto processo, né gli sarebbe stato concesso di essere difeso dal suo avvocato di fiducia”.
La risposta si conclude con la promessa che “Il Governo continuerà , in stretto raccordo con i Paesi partner Unione europea, a sollevare la questione con le autorità di Teheran, ponendo enfasi sul legame tra il ricercatore e il nostro Paese e sui risvolti umanitari della vicenda.”
Eppure con l’Iran abbiamo buoni rapporti! Infatti, solo a luglio dell’anno scorso, il Ministro Delrio e il suo omologo iraniano Abbas Ahmad Akhoundi inaugurarono il Comitato Tecnico Congiunto Italia – Iran per lo sviluppo delle infrastrutture, i trasporti e l’edilizia. Ma quando si tratta di rapporti diplomatici che esulano da affari economici, questo Governo mostra tutta la sua remissività e la sua debolezza. Mi auguro che presto, molto presto vista l’urgenza della cosa, vengano date risposte alla famiglia del Dott. Djalali e venga finalmente trovata una soluzione che eviti il rischio di condanna a morte.
APPROFONDIMENTI
Ecco la risposta alla mia interrogazione 5/12564
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