Emanuele Scagliusi
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Educare i bambini alla sicurezza stradale, stimolando il loro senso di responsabilità individuale e le motivazioni interiori, coinvolgendo anche gli adulti di riferimento.

È l’obiettivo del portale Edustrada.it dove, fino al 16 novembre, gli Istituti scolastici potranno accedere per consultare i progetti e scaricare tutta la documentazione disponibile per organizzare i percorsi formativi. I materiali didattici online prevedono, infatti, progetti di educazione stradale per tutti gli studenti, dalle elementari alle superiori. L’idea è quella di diffondere una cultura della sicurezza stradale in tutti i cicli scolastici, sollecitando la consapevolezza di norme, valori e comportamenti che possano favorire una costruttiva forma di convivenza. Attraverso questi progetti, già dalla scuola primaria, si insegna a bambini e ragazzi a conoscere l’ambiente che li circonda e le sue caratteristiche non solo attraverso la lettura di testi ideati per riflettere sul rispetto delle regole e sui diversi comportamenti da attuare ma anche grazie alle uscite didattiche con l’eventuale presenza della Polizia locale.

 La piattaforma Edustrada è una iniziativa avviata dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) d’intesa con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT), la Polizia Stradale, il Dipartimento di psicologia dell’Università “Sapienza” di Roma, la Federazione Ciclistica Italiana, la Federazione Motociclistica Italiana, l’Automobile Club d’Italia e la Fondazione ANIA nell’ambito di un progetto di monitoraggio di tutte le attività di educazione stradale, sostenute dalle istituzioni pubbliche, con l’obiettivo di incoraggiare la partecipazione degli studenti ai progetti educativi attivi e di favorire la condivisione di contenuti didattici sulla sicurezza stradale.

Mi auguro che sempre più Istituti scolastici colgano questa opportunità. Per lo svolgimento del progetto in classe, a cura dei docenti, le scuole potranno avvalersi di tutti i supporti didattici presenti sul sito www.edustrada.it e della collaborazione dei referenti dell’Associazione Nazionale Autieri d’Italia, rivolgendosi all’indirizzo e-mail educazionestradale.anai@gmail.com”.
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Via libera di Camera e Senato al Contratto di Programma 2017-2021 tra Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e Rete Ferroviaria Italiana. Il Contratto, di durata non inferiore a 5 anni ma aggiornabile e rinnovabile anche annualmente, disciplina gli aspetti economici e finanziari del rapporto di concessione tra lo Stato e il Gestore della rete ferroviaria e definisce sia la parte relativa ai servizi e quella relativa agli investimenti. Nel vagliare gli impegni assunti da Rfi per i prossimi anni, abbiamo posto alcune osservazioni che indicano chiaramente le priorità della maggioranza e del Governo nell'azione di rilancio del trasporto ferroviario in Italia. Anche per questo settore, come previsto dal Contratto di Governo, valgono le regole in relazione alle grandi opere: ogni investimento finanziato con i soldi dello Stato deve essere analizzato, in tutte le sue parti, attraverso una procedura di analisi costi-benefici. Otteniamo risparmi per 7,5 miliardi di euro eliminando un'opera giudicata inutile dalla stessa RFI e che nessuno dei governi precedenti aveva avuto il coraggio di escludere: l'Alta velocità Venezia-Trieste. Inoltre, abbiamo chiesto di provvedere a una revisione del progetto della stazione Alta velocità di Firenze al fine di contenerne drasticamente i costi.

Ma il nostro obiettivo non è semplicemente il taglio agli sprechi, ma anche e soprattutto un ripensamento generale delle infrastrutture e della mobilità in una logica di sostenibilità. Innanzitutto, abbiamo dato enfasi e impulso anche ai tanti interventi diffusi su tutto il territorio che possano garantire servizi efficienti. Tra le priorità per l’Italia abbiamo messo la velocizzazione e l'ammodernamento dell'intera infrastruttura ferroviaria esistente, così da offrire servizi veloci e comodi ai cittadini che potranno viaggiare su linee capillari, rapide e sicure, con una migliore quantità e qualità dei servizi per turisti e pendolari. Inoltre – prosegue Emanuele Scagliusi (M5S) – risulta opportuno costruire servizi di trasporto a zero emissioni abbandonando completamente l'uso dei combustibili fossili.

Mi auguro che anche in Puglia, la Regione provveda a farlo quanto prima su quelle tratte minori dove si utilizza ancora questo tipo di alimentazione. I passati governi con le loro scelte hanno purtroppo determinato l'aumento di disparità nella dotazione infrastrutturale tra nord e sud e per noi è obiettivo irrinunciabile la riduzione di questo insopportabile divario. L'Italia deve anche colmare un gap importante nella logistica puntando all'intermodalità e allo switch modale con interventi dettagliati sull'adeguamento agli standard europei e nei collegamenti a porti, interporti e aeroporti”. Per quanto riguarda la Puglia, il Movimento 5 Stelle ha chiesto uno studio di fattibilità per il collegamento tra il porto e l’aeroporto di Taranto e di prevedere fondi specifici per rimettere in carico a RFI le ferrovie ex concesse.

In questo modo si consentirebbe il recupero e l'ammodernamento nonché la riapertura al servizio di parte delle tratte oggi soppresse, ma tecnicamente ancora funzionanti. Per il Nodo Bari Nord, poi, abbiamo chiesto a RFI uno studio di fattibilità per un nuovo tracciato che possa anche passare dall’aeroporto di Bari, visto che la linea attuale potrebbe essere utilizzata come linea metropolitana. Sulla linea Napoli-Bari, chiediamo di procedere senza la variante di ‘Grottaminarda’ e di destinare le risorse previste, pari a 1,6 miliardi di euro, all’efficientamento ed all’ammodernamento del trasporto regionale.
 Finalmente, la politica ha il coraggio di aggredire e rinunciare a opere faraoniche per dare infrastrutture utili ai cittadini. Finalmente investiamo con ragionevolezza e utilità i soldi degli italiani, perché la qualità dei trasporti è lo specchio della qualità della vita dei cittadini di un Paese.

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Giovedì, l’Associazione dei Comuni è tornata in Conferenza Unificata Stato-Regioni-Città e ha siglato un’intesa col viceministro all’Economia che sarà recepita direttamente nella manovra finanziaria. Gli 1,6 miliardi di euro, previsti per i 96 progetti già avviati da più di 300 Comuni, saranno a disposizione nei prossimi due anni per il bando periferie. Un impegno che aveva preso personalmente il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte con il Presidente Anci Antonio Decaro e che, dunque, viene mantenuto dal Premier. “Non è né un passo indietro né un colpo di scena. Sul bando periferie, insieme al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, abbiamo mantenuto la parola data. Infatti, come abbiamo sempre detto sin da agosto quando venne approvato l'emendamento al Senato con voto dello stesso PD, abbiamo garantito tutti i progetti esecutivi, con finanziamenti che verranno spalmati in più anni.

È ora di finirla con le strumentalizzazioni di chi non avendo cosa dire dei suoi programmi e non riuscendo più ad avere argomenti di sinistra, prova a creare caos su ogni cosa. Quello che avevamo garantito il mese scorso è stato rispettato”. Con l’emendamento al milleproroghe, votato anche dal Partito Democratico, si prevedeva che le convenzioni venissero differite al 2020. Ma dopo un incontro con la delegazione Anci a Palazzo Chigi nel settembre scorso, il premier Conte aveva dichiarato di aver condiviso con i sindaci l’obiettivo di avviare un percorso per giungere alla migliore soluzione possibile e nei tempi più rapidi. Infatti così è stato. Adesso mi auguro vivamente che si faccia un buon uso di questi fondi e che, soprattutto chi ha alzato questo polverone, utilizzi fino all’ultimo centesimo per tirar fuori le periferie dalle condizioni in cui si trovano attualmente. Il Primo Cittadino di Bari e tutti gli altri Sindaci che avevano già avviato i progetti, adesso possono completare le gare e tutti gli interventi finalizzati ad alleviare i disagi economici e sociali che solitamente si annidano con maggiore prepotenza proprio nelle periferie.

Ora tocca al PD chiedere scusa al Presidente Conte e agli italiani. Il sindaco di Bari Decaro, nonché Presidente dell’ANCI, avrà avuto modo di constatare che tra il suo Premier Renzi e il Presidente del Consiglio Conte c’è un abisso. Con il Premier pugliese è bastata una stretta di mano per vedere rispettata la parola data. Di Renzi aspettiamo ancora il passo indietro dalla politica più volte annunciato ma mai rispettato.




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Dal 2 al 6 ottobre, come membro della delegazione italiana dell’OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa creata nel 1975 con l'Atto finale di Helsinki), ho partecipato alla Riunione autunnale dell’Assemblea parlamentare OSCE svoltasi a Bishkek (Kirghizistan) dal 3 al 6 ottobre. L'Assemblea parlamentare, composta da 323 parlamentari provenienti dai 57 paesi membri, rappresenta la dimensione parlamentare delle attività dell'OSCE e si caratterizza come foro di dialogo e di orientamento delle attività governative. Attualmente gli Stati membri dell'Osce sono 57. Nel contesto dell'OSCE sono affrontate 3 principali questioni: sicurezza e stabilità; cooperazione economica; diritti umani. Qui a Bishkek, dove hanno partecipato circa 160 parlamentari provenienti da 46 Paesi dell’OSCE, abbiamo affrontato il tema della sicurezza in Asia centrale e della necessità di promuovere il dialogo, affrontando le nuove sfide e le minacce nelle zone di confine attraverso la costruzione della fiducia e la cooperazione regionale.

L'Italia, che ne fa parte fin dall'origine, è rappresentata dalla delegazione parlamentare italiana composta da 13 membri, nominati dai Presidenti delle Camere su designazione dei rispettivi Gruppi parlamentari. Io ho l’onore di farne parte già dal 2013 e, dopo la conferma da parte del mio gruppo parlamentare, ho partecipato a questa prima missione della mia seconda legislatura. Ai lavori ha preso parte la delegazione italiana, di cui faccio parte, insieme a Paola Taverna, Gianluca Castaldi, Gianluca Ferrara e Niccolò Invidia.

Nel corso del dibattito, che ha riguardato i temi dell’immigrazione e della partecipazione dei cittadini alle Istituzioni, abbiamo ricordato le iniziative portate avanti dal Movimento in questi anni. Dalla lotta per una maggiore trasparenza nelle istituzioni, all’impegno per una partecipazione attiva di tutti i cittadini alla vita politica, passando per le criticità delle politiche migratorie sin qui condotte a livello internazionale. Come portavoce abbiamo segnalato all’assemblea dell’Osce le proposte del Movimento sulle grandi tematiche internazionali. Sottolineando in particolar modo, la necessità di una maggiore solidarietà e cooperazione tra gli Stati europei per una soluzione condivisa di un fenomeno epocale come quello delle grandi migrazioni di massa. Non solo, la riunione è stata anche l’occasione per ribadire l’attenzione del M5S alle iniziative dell’Osce in materia di cooperazione economica, formativa e come strumento per la sicurezza.

Inoltre, nel Forum Mediterraneo, si è parlato di geopolitica dell’Asia centrale e del mediterraneo e di come affrontare le sfide migratorie, commerciali ed ambientali che vedono coinvolti, direttamente o indirettamente, tutti gli Stati. Nella parte conclusiva, si è convenuti sulla necessità di rafforzare la partecipazione dei cittadini alla costruzione di società sicure.

Come ben noto, il Movimento 5 Stelle ha sempre messo a capo delle sue idee la partecipazione dei cittadini e il senso di comunità come basi per raggiungere qualsiasi obiettivo, quindi questa conclusione non può che ricevere il mio sostegno. Non vi è dubbio tuttavia, che per quanto riguarda il nostro Paese, le problematiche commerciali, ambientali e migratorie debbano essere affrontate in modo serio e pragmatico soprattutto in Europa dove, non si capisce per quale ragione, tutti i buoni propositi che ascolto nelle parole dei miei colleghi spagnoli, francesi e tedeschi alle riunioni dell’OSCE, non trovano poi riscontro nelle decisioni espresse nei consessi europei.






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Ancora un incidente sulla Polignano – Conversano. Questa volta un tamponamento a catena che ha coinvolto due tir e un autobus delle Ferrovie Sud-est con a bordo studenti che frequentano gli istituti superiori della città di Conversano. Ferito uno studente che è stato trasportato in ospedale ma le sue condizioni non destano preoccupazioni. Un episodio che inasprisce ulteriormente la rabbia di chi viaggia su quella tratta tutti i giorni per raggiungere il proprio istituto scolastico e deve affrontare giornalmente ritardi, sovraffollamento e mancanza di informazioni chiare.

Innanzitutto mi auguro che il ragazzo leggermente contuso si sia ripreso. Sono giorni in cui il tema degli autobus delle Ferrovie SUD-EST era già sul mio tavolo, viste le numerose segnalazioni che ho ricevuto in questi giorni. Numerosi studenti mi hanno segnalato i disservizi che stanno interessando in particolare la linea Polignano – Conversano. Adesso, siamo costretti a registrare anche questo episodio che, tuttavia, non ha avuto esiti preoccupanti.

Le immagini dell'incidente avvenuto qualche giorno fa sulla SP Polignano - Conversano

Qualche giorno fa ho sentito gli uffici di Ferrovie Sud Est, i quali mi hanno riferito che nel primo mese dell’anno scolastico si presentano gli stessi problemi. Che dipende dalla mancata coincidenza tra gli orari di inizio e fine delle lezioni e quelli definiti da FSE per il servizio degli autobus. Che è colpa delle scuole che ad inizio anno scolastico per mancanza di insegnanti fanno uscire i ragazzi in orari diversi dal previsto facendo affollare alcuni autobus e lasciando vuoti i successivi. Infine che non conoscendo la provenienza e il numero dei loro utenti, non riescono ad ottimizzare la disponibilità dei mezzi.



Effettivamente, fin dai primi giorni dell’anno scolastico numerose sono state le proteste, sia sui social che agli organi competenti, da parte di studenti e genitori insoddisfatti del servizio di Ferrovie Sud-Est. “Personalmente ritengo che gli studenti polignanesi, così come tutti gli altri studenti e i cittadini che pagano un abbonamento, anche piuttosto costoso, abbiano diritto a vedersi garantito un posto a sedere e ad avere informazioni chiare sui tempi di arrivo e sulla disponibilità dei mezzi. Siamo nel 2018 e non è accettabile che non si riesca ad avere informazioni sul numero di utenti previsti o di autobus in arrivo.

Ci sono gli abbonamenti, con tanto di paese di provenienza e di arrivo. Ci sono tecnologie che permetterebbero una migliore gestione degli studenti e che assicurerebbero un trasporto consono e nel rispetto delle norme di sicurezza vigenti. Dagli Uffici di Ferrovie Sud-Est mi hanno fatto sapere che a brevissimo interverranno per sopperire alla carenza dei mezzi a disposizione sulla tratta Polignano – Conversano così come stanno già facendo su altre tratte. Dal canto mio mi auguro che prendano anche in considerazione la possibilità di mettere in campo strumenti per un migliore monitoraggio che contribuisca al miglioramento del servizio offerto. Insieme agli studenti, che ringrazio per le segnalazioni, continuerò a monitorare la situazione.
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Entro il 31 ottobre i Comuni pugliesi possono presentare progetti per adeguare gli attraversamenti semaforizzati alle esigenze dei non vedenti. Scagliusi (M5S) invita le Amministrazioni a partecipare al Bando che stanzia circa 600mila euro. Con un Comunicato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 223 del 25 settembre 2018, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha avvisato che la Direzione generale per la sicurezza stradale ha emanato il “Bando per il finanziamento a favore dei comuni per la realizzazione di attraversamenti semaforizzati adeguati alle esigenze dei non vedenti, per un importo complessivo di 595.106 euro.

Al bando, da ripartire tra i progetti ritenuti idonei ed utilmente collocati in graduatoria ed entro i limiti massimi di finanziabilità previsti, possono partecipare i comuni interessati, i quali dovranno assicurare una quota di cofinanziamento almeno pari al 30% del valore degli interventi proposti. “Gli interventi proposti dai comuni per accedere al finanziamento dovranno essere corredati da un’accurata analisi che evidenzi tutti gli aspetti quantitativi e qualitativi delle soluzioni proposte, degli impianti semaforici oggetto degli interventi, ovvero dei siti presso i quali posizionare gli impianti di nuova implementazione, delle scelte e dei criteri adottati per la determinazione delle soluzioni prospettate, anche in riferimento all’eventuale riprogettazione e modifica della mobilità territoriale di riferimento (quartiere, intero comune ecc.).

I finanziamenti saranno assegnati alle proposte che risulteranno più coerenti con gli obiettivi ed i contenuti indicati nel bando in relazione ai parametri di valutazione espressi. Il termine di presentazione delle domande scade alle ore 12:00 del 31 ottobre 2018. La graduatoria resterà vigente fino al 31 dicembre 2021.

Mi auguro che tanti Comuni pugliesi colgano questa opportunità per abbattere le barriere architettoniche, ancora presenti in maniera copiosa nelle nostre città, sia per i residenti che per colmare il gap rispetto alle esigenze dei cittadini più bisognosi. Da non sottovalutare la necessità di adeguare le nostre città agli standard richiesti, vista la forte vocazione turistica del nostro territorio. I fondi ci sono adesso tocca ai Comuni presentare progetti seri che vengano portati a termine.
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