Via libera di Camera e Senato al Contratto di Programma 2017-2021 tra Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e Rete Ferroviaria Italiana. Il Contratto, di durata non inferiore a 5 anni ma aggiornabile e rinnovabile anche annualmente, disciplina gli aspetti economici e finanziari del rapporto di concessione tra lo Stato e il Gestore della rete ferroviaria e definisce sia la parte relativa ai servizi e quella relativa agli investimenti. Nel vagliare gli impegni assunti da Rfi per i prossimi anni, abbiamo posto alcune osservazioni che indicano chiaramente le priorità della maggioranza e del Governo nell'azione di rilancio del trasporto ferroviario in Italia. Anche per questo settore, come previsto dal Contratto di Governo, valgono le regole in relazione alle grandi opere: ogni investimento finanziato con i soldi dello Stato deve essere analizzato, in tutte le sue parti, attraverso una procedura di analisi costi-benefici. Otteniamo risparmi per 7,5 miliardi di euro eliminando un'opera giudicata inutile dalla stessa RFI e che nessuno dei governi precedenti aveva avuto il coraggio di escludere: l'Alta velocità Venezia-Trieste. Inoltre, abbiamo chiesto di provvedere a una revisione del progetto della stazione Alta velocità di Firenze al fine di contenerne drasticamente i costi.
Ma il nostro obiettivo non è semplicemente il taglio agli sprechi, ma anche e soprattutto un ripensamento generale delle infrastrutture e della mobilità in una logica di sostenibilità. Innanzitutto, abbiamo dato enfasi e impulso anche ai tanti interventi diffusi su tutto il territorio che possano garantire servizi efficienti. Tra le priorità per l’Italia abbiamo messo la velocizzazione e l'ammodernamento dell'intera infrastruttura ferroviaria esistente, così da offrire servizi veloci e comodi ai cittadini che potranno viaggiare su linee capillari, rapide e sicure, con una migliore quantità e qualità dei servizi per turisti e pendolari. Inoltre – prosegue Emanuele Scagliusi (M5S) – risulta opportuno costruire servizi di trasporto a zero emissioni abbandonando completamente l'uso dei combustibili fossili.
Mi auguro che anche in Puglia, la Regione provveda a farlo quanto prima su quelle tratte minori dove si utilizza ancora questo tipo di alimentazione. I passati governi con le loro scelte hanno purtroppo determinato l'aumento di disparità nella dotazione infrastrutturale tra nord e sud e per noi è obiettivo irrinunciabile la riduzione di questo insopportabile divario. L'Italia deve anche colmare un gap importante nella logistica puntando all'intermodalità e allo switch modale con interventi dettagliati sull'adeguamento agli standard europei e nei collegamenti a porti, interporti e aeroporti”. Per quanto riguarda la Puglia, il Movimento 5 Stelle ha chiesto uno studio di fattibilità per il collegamento tra il porto e l’aeroporto di Taranto e di prevedere fondi specifici per rimettere in carico a RFI le ferrovie ex concesse.
In questo modo si consentirebbe il recupero e l'ammodernamento nonché la riapertura al servizio di parte delle tratte oggi soppresse, ma tecnicamente ancora funzionanti. Per il Nodo Bari Nord, poi, abbiamo chiesto a RFI uno studio di fattibilità per un nuovo tracciato che possa anche passare dall’aeroporto di Bari, visto che la linea attuale potrebbe essere utilizzata come linea metropolitana. Sulla linea Napoli-Bari, chiediamo di procedere senza la variante di ‘Grottaminarda’ e di destinare le risorse previste, pari a 1,6 miliardi di euro, all’efficientamento ed all’ammodernamento del trasporto regionale. Finalmente, la politica ha il coraggio di aggredire e rinunciare a opere faraoniche per dare infrastrutture utili ai cittadini. Finalmente investiamo con ragionevolezza e utilità i soldi degli italiani, perché la qualità dei trasporti è lo specchio della qualità della vita dei cittadini di un Paese.

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