Emanuele Scagliusi
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Il Ministero dell’Istruzione, in sinergia con il Piano RiGenerazione Scuola, ha stanziato 102 milioni di euro di fondi PON per promuovere il tema della transizione ecologica e lo studio dell’educazione ambientale nelle scuole statali. Particolare attenzione è dedicata al Mezzogiorno. Le due linee di azione previste dal bando, infatti, riguardano la realizzazione e la riqualificazione di orti e giardini a fini didattici, innovativi e sostenibili rivolta alle scuole del ‘primo ciclo’ e con uno stanziamento di 45 milioni di euro. L’altra, invece, riservata al ‘secondo ciclo’ delle regioni del Sud (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia) prevede risorse pari a 57 milioni di euro, prioritariamente per gli istituti ad indirizzo agrario.


Anche la scuola deve svolgere un ruolo determinante per la transizione ecologica, trasmettendo i valori dell’educazione ambientale e rendendo gli studenti sempre più consapevoli e attenti ai temi della sostenibilità. Ogni scuola pugliese, a partire dall’11 gennaio, potrà presentare la candidatura per ognuna delle due azioni previste dal bando. L’obiettivo che il Piano RiGenerazione Scuola si pone è quello di permettere ai giovani studenti di apprendere i processi di transizione ecologica della filiera agroalimentare e sviluppare competenze per l’agricoltura 4.0. Per innovare il comparto primario, dobbiamo infatti partire dalla formazione delle future generazioni che saranno protagoniste di questo percorso di svolta per l’intera filiera e per l’economia del Paese. Ringrazio la sottosegretaria all’Istruzione Barbara Floridia per il suo grande impegno nel proporre progetti concreti e innovativi.

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Tra gli interventi previsti dalla Legge di Bilancio, in approvazione definitiva alla Camera dei Deputati, vi è quello di ridurre le emissioni e raggiungere gli obiettivi del pacchetto climatico “Fit for 55”, adottato dalla Commissione europea lo scorso 14 luglio, che promuove proposte legislative per raggiungere entro il 2030 i target prefissati dal Green Deal. Tra questi, la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del 55% rispetto ai livelli del 1990 affinché si arrivi alla “carbon neutrality” per il 2050.


Su questo dobbiamo concentrare i nostri sforzi nei prossimi anni. A questo scopo, in Manovra, è stato istituito un Fondo per la strategia di mobilità sostenibile che mette a disposizione 2 miliardi di euro nel periodo 2023-2034. Le risorse andranno a potenziare quanto già avviato in questi anni, rafforzando la transizione verso la mobilità sostenibile nelle nostre città. Si potranno realizzare piste ciclabili urbane e ciclovie turistiche, rinnovare i mezzi del trasporto pubblico locale, acquistare treni a idrogeno ma anche sviluppare e potenziare il trasporto merci intermodale su ferro. Il programma Fitfor55 indica la rotta che l’UE dovrà seguire per raggiungere l’obiettivo emissioni zero. E l’Italia sta facendo la sua parte. La transizione passa anche da qui.

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Con l’approvazione al DL Fisco in Senato dell’emendamento del MoVimento 5 stelle, che consente agli invalidi civili parziali (74%-99%) che svolgono attività lavorativa di poter fruire dell’assegno alle condizioni di sempre, abbiamo garantito che migliaia di cittadini possano fruire di un diritto consolidato nel tempo e che era a rischio dopo alcune decisioni giurisprudenziali. Abbiamo evitato così che venissero penalizzate le persone più fragili e le loro famiglie.


Il nostro faro dev’essere la Carta costituzionale che ci ricorda che la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo e lo fa a prescindere dalle condizioni personali, sociali e di salute dell'individuo. Per questo è importante che il Parlamento sia intervenuto prontamente per sanare questa ingiustizia.

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Non solo Alta Velocità e trasporto regionale, ma attenzione anche al servizio ferroviario di media e lunga percorrenza; ovvero i tradizionali intercity, ancora oggi molto utilizzati per gli spostamenti quotidiani da studenti e lavoratori. Il Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile, Enrico Giovannini, ha firmato il decreto che stanzia per Trenitalia 200 milioni di euro di fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), vincolati all’acquisto di treni ad emissione zero che andranno a sostituire vecchie unità elettriche e a diesel del servizio intercity. Migliora la qualità del servizio e migliora l’attenzione verso l’ambiente.


Il decreto prevede che i nuovi treni dovranno essere impiegati esclusivamente nei servizi di collegamento media e lunga percorrenza contribuiti con risorse statali nelle tratte da e per il Sud Italia. In particolare, saranno acquistati treni per i collegamenti intercity notte da e per la Sicilia e Reggio Calabria-Taranto e dovranno entrare in servizio, in base ai tempi del Pnrr, entro il 2026.


Non possiamo parlare di riduzione dell’annoso divario infrastrutturale fra Nord e Sud se non si interviene quanto prima anche sul servizio ferroviario. Per questo, abbiamo riportato al centro dell’attenzione anche il servizio intercity di media e lunga percorrenza, molto utilizzato per gli spostamenti quotidiani dei pendolari che potranno viaggiare a costi contenuti e con maggiori comfort e sicurezza.

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La pandemia da Covid-19, e i relativi periodi di restrizioni, hanno reso ancora più evidente l’importanza di una connessione internet davvero efficiente per il lavoro, lo studio e soprattutto la salute. Per far fronte a ciò, il Governo Conte II attivò una misura da 200 milioni di euro per le famiglie con un Isee inferiore ai 20mila euro destinata a garantire la fruizione di servizi internet con la banda ultra larga.


Ad oggi, il numero delle famiglie che hanno usufruito del voucher connettività Fase I risultano essere circa 200mila per oltre 106 milioni di euro, pari al 53% delle risorse disponibili. Durante il question time svoltosi in commissione, abbiamo chiesto che, a fronte di un investimento per le imprese nella Fase 2 che supera i 500 milioni di euro, il residuo delle somme disponibili per la Fase I rimanga a disposizione delle famiglie. Si tratta di una misura di equità che consentirebbe a molti cittadini di avere collegamenti internet sicuri ed efficienti necessari, non solo per ridurre il divario digitale, ma soprattutto per continuare a studiare e lavorare, considerata la perdurante incertezza del periodo che stiamo ancora attraversando.

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Con l’approvazione definitiva dei decreti Sostegni-bis e Semplificazioni-Governance, il Parlamento e il Governo hanno introdotto sia ulteriori misure di supporto sia norme che permettano di affrontare in maniera più agevole il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). L’obiettivo è lasciarsi definitivamente alle spalle la pandemia, anche sul versante economico, proiettandosi al contempo verso il PNRR e le sue cruciali sfide che dovremo essere in grado di vincere, entro la data limite del 2026.

Al fine di garantire la sicurezza della circolazione stradale e la copertura degli oneri connessi alle attività di monitoraggio, sorveglianza, gestione, vigilanza, infomobilità e manutenzione delle strade inserite nella rete di interesse nazionale sono stati assegnati ad ANAS SpA 35,5 milioni di euro. A questi si aggiungono 38 milioni di euro per l’assunzione, nel prossimo biennio, di 370 unità di personale: profili in possesso di alta specializzazione.

Il Sostegni-bis ha, poi, rifinanziato alcune misure messe in atto dal Governo per supportare le imprese nei difficili mesi della pandemia, mitigandone gli effetti economici. Al fondo per la compensazione dei danni subiti dagli operatori nazionali del settore aereo vanno 100 milioni; 300 ai gestori aeroportuali e ai prestatori di servizi aeroportuali; 150 alle imprese di trasporto ferroviario; mentre ulteriori aiuti vanno alle società cooperative di servizi di ormeggio, alle imprese armatoriali che esercitano attività di cabotaggio e alle imprese di lavoro portuale.

È pari a 6 milioni di euro, invece, il contributo a favore degli autotrasportatori per le maggiori spese che hanno dovuto affrontare a seguito del crollo del “Ponte Morandi” di Genova. Il relativo decreto attuativo ripercorrerà il sostegno già previsto nel 2018 per la forzata percorrenza di tratti autostradali e stradali aggiuntivi rispetto ai normali percorsi e per le difficoltà logistiche di ingresso e uscita dalle aree urbane e portuali.

Viene incrementato, poi, da 5 a 10 milioni di euro la dotazione del Fondo diretto a compensare le città portuali che hanno subito perdite economiche a seguito del calo del turismo crocieristico prodotto dalla pandemia e, al contempo, si dispone la non applicazione della tassa d’ancoraggio alle navi da crociera compensando, con un apposito fondo presso il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, le Autorità di sistema portuale dei mancati introiti della tassa. Con una copertura di 4 milioni di euro, viene esteso ai lavoratori portuali l’applicazione dell’indennità per le giornate di mancato avviamento al lavoro, che abbiano cessato di percepire il trattamento straordinario di integrazione salariale nel corso del 2020.

Sul trasporto ferroviario si interviene con una modalità semplificata di approvazione dell’aggiornamento per il prossimo biennio del contratto di programma 2017-2021, relativo agli investimenti, tra il Mims e la Rete Ferroviaria Italiana SpA.

Numerosi, infine, gli interventi sul comparto aereo volti a garantire la continuità territoriale, scongiurando il rischio di interruzione del servizio di trasporto di linea di passeggeri, attraverso prestiti alla società di gestione e indennizzi per quei viaggiatori che non hanno potuto usufruire dei propri biglietti causa pandemia. In favore dei lavoratori dei servizi aeroportuali di terra vengono riconosciute le prestazioni integrative arretrate e non erogate, riferite ai trattamenti di integrazione salariale in deroga con causale Covid mentre, con l’obiettivo di sostenere la fase di ripresa delle attività post pandemia, si concede sino al 31 dicembre una proroga della cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale in favore delle aziende operanti nel settore aereo che hanno cessato l’attività produttiva nel 2020.

Con le sue limitazioni agli spostamenti, il Covid-19 ha messo a dura prova le società di trasporto passeggeri mentre ha rilevato il fondamentale ruolo delle imprese di trasporto merci. Quello che ci attende è un autunno cruciale per impostare il lavoro progettuale del PNRR e proiettarci verso la prossima Legge di Bilancio. Mettere nel giusto modo i prossimi passi significherà rilanciare, per davvero, il Paese.
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Sono ingenti gli sforzi e le risorse messe a disposizione nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per un potenziamento nel cambiamento del concetto di “mobilità”, che dovrà sempre più essere sostenibile e innovativa, riducendo l’impatto ambientale. In questi ultimi mesi, in vista dell’avvio in autunno delle procedure attuative del PNRR, abbiamo lavorato per introdurre una serie di misure di supporto che possano permettere di raggiungere in maniera più determinata e agevole gli obiettivi che si prefigge il Piano.

Attraverso l’approvazione dei decreti Sostegni-bis e Semplificazioni-Governance, infatti, sono divenute realtà norme ritenute necessarie e propedeutiche ai futuri lavori che ci guideranno sino alla prossima Legge di Bilancio, la quale ci auguriamo segnerà un definitivo spartiacque per lasciarci alle spalle, una volta per tutte, la pandemia Covid-19 e le sue drammatiche conseguenze sull’economia nazionale.

I cittadini italiani vogliono tornare a spostarsi con serenità, sia per diletto e piacere sia per motivi lavorativi o per altre tipologie di necessità. L’obiettivo che ci si pone è far sì che questo ritorno agli spostamenti in maniera massiva sia scevro da timori nonché abbia il minor impatto possibile sull’ambiente.

Il primo risultato da raggiungere è quello di sostenere il settore del trasporto pubblico locale e regionale affinché i pendolari non perdano qualità e quantità di un servizio cruciale per la collettività. Attraverso uno stanziamento di ulteriori 800 milioni di euro per il 2021, abbiamo rifinanziato la copertura della riduzione dei ricavi di queste imprese dovuta alla pandemia. Il sostegno ha interessato anche le società di servizi di trasporto di persone su strada non soggetti a obblighi di servizio pubblico con ulteriori 5 milioni di euro per i danni subiti nonché un ristoro incrementato di 10 milioni di euro per le Regioni destinato a sostenere le imprese esercenti trasporto turistico di persone mediante autobus coperti.

Il Covid-19 si è abbattuto in maniera drammatica, poi, sul trasporto aereo di linea e sono state ingenti le risorse messe a disposizione per scongiurare il rischio di interruzione del servizio e garantire la continuità territoriale.

Abbiamo esteso, inoltre, da diciotto a ventiquattro mesi dalla data di emissione il periodo di validità del voucher riconosciuto in relazione a contratti di trasporto aereo, ferroviario, marittimo, ai contratti di soggiorno o ai pacchetti turistici. Una norma introdotta sin dal primo provvedimento anti-Covid, il “Cura Italia”. Sarà possibile, poi, usufruire del “buono viaggio” sino al 31 dicembre prossimo grazie ad un ulteriore stanziamento di 20 milioni di euro. Prevista dal decreto “Rilancio”, la misura sostiene gli spostamenti effettuati a mezzo taxi o noleggio con conducente da parte di persone fisicamente impedite o comunque a mobilità ridotta o con patologie accertate nonché da persone appartenenti a nuclei familiari in stato di bisogno. L’importo del buono copre il 50% della spesa sostenuta e non può superare i 20 euro per ciascun viaggio.

Per permettere l’avvio immediato degli interventi sulla rete ferroviaria nazionale, in vista dell’attuazione dei progetti compresi nel PNRR, sono state approvate modalità semplificate per l’aggiornamento del contratto di programma di investimenti tra il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili e la Rete Ferroviaria Italiana. Inoltre, siamo intervenuti sulla disciplina per la realizzazione di punti e stazioni di ricarica di veicoli elettrici affinché l’installazione delle infrastrutture venga considerata attività di edilizia libera, non soggetta al rilascio del permesso di costruire.
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La Puglia è la quarta regione per progetti ammessi e finanziati per la riqualificazione e messa in sicurezza degli istituti scolastici. È stata, infatti, pubblicata la graduatoria dell’avviso pubblico da 700 milioni di euro del Ministero dell’Istruzione che assegna ai Comuni le risorse per procedere speditamente con appalti e cantieri.

La Puglia ha a disposizione ben 56 milioni di euro per 32 progetti ammessi tra cui, purtroppo, non è presente Polignano che perde un’ulteriore occasione. Si tratta di risorse per la messa in sicurezza, la ristrutturazione, la riqualificazione, la riconversione, la costruzione di edifici per asili nido, scuole dell’infanzia e centri polifunzionali per i servizi alla famiglia. Una vera iniezione di fiducia in una fase storica nella quale proprio il mondo della pubblica istruzione ci chiede risposte e certezze per i prossimi anni scolastici. Nonché una dimostrazione di attenzione al futuro del Sud Italia.
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Nel corso delle audizioni sul trasporto scolastico, abbiamo ribadito che in un momento così delicato dell’emergenza sanitaria, in cui la ripartenza va bilanciata con la necessaria prudenza, è fondamentale arrivare pronti alla data di riapertura delle scuole, per garantire a studentesse e studenti di poter frequentare in sicurezza le lezioni nelle aule scolastiche.

Dalle audizioni è emerso l’impegno del comparto del Trasporto pubblico locale e dei comuni per assicurare la ripartenza delle lezioni, mentre resta l’incognita delle Regioni, che non hanno preso parte all’audizione, e del coordinamento con il Ministero dell’Istruzione.

Abbiamo ricevuto rassicurazioni sull’efficiente utilizzo dei fondi aggiuntivi stanziati dai Governi Conte Bis e Draghi ed è stata evidenziata l’utilità dei tavoli di coordinamento presso le prefetture, che però non sono ancora stati riconvocati in vista del nuovo anno scolastico.

Dalle associazioni è giunta, poi, la richiesta di ricorrere al green pass per i mezzi commerciali a lunga percorrenza, aumentando contestualmente la capacita degli stessi fino al 100%. E ha riscosso consenso la proposta del Movimento 5 Stelle di utilizzare mezzi di trasporto esclusivamente dedicati a studentesse e studenti della scuola secondaria e di estendere anche al settore scolastico l'uso del voucher taxi.



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Finalmente approvata in via definitiva in Commissione Affari sociali la norma, a prima firma Filippo Gallinella (M5S), che promuove l’utilizzo e la diffusione dei defibrillatori nei luoghi pubblici. Un provvedimento, giunto dopo un lungo iter di due anni, che può salvare la vita a tanti, se si considera che l’arresto cardiaco causa oltre 60mila vittime ogni anno.

La legge destina due milioni di euro alla progressiva diffusione e all’utilizzazione dei defibrillatori semiautomatici e automatici esterni nelle sedi delle Pubbliche Amministrazioni con almeno 15 dipendenti e con servizi aperti al pubblico, nei mezzi di trasporto, nelle scuole, nelle università.

I defibrillatori saranno posizionati in luoghi accessibili h24 anche al pubblico, favorendone la fruizione. Inoltre, sarà promossa ogni anno una campagna di sensibilizzazione rivolta al personale scolastico docente e non docente, agli educatori, ai genitori e agli studenti e sancisce la non punibilità per chi usa il defibrillatore senza esserne specificamente formato. Si tratta, di una norma di civiltà che promuove la cultura della sicurezza e del primo soccorso, nella consapevolezza che avere un defibrillatore immediatamente disponibile nei primi minuti può fare la differenza tra la vita e la morte.



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Sono 271 le proposte ammesse a finanziamento del Programma nazionale della qualità dell’abitare (PinQua) del Ministero per le Infrastrutture e la Mobilità Sostenibili (Mims) con l’obiettivo di riqualificare i centri urbani, ridurre il disagio abitativo e favorire l’inclusione sociale. Ai fondi inizialmente previsti (400 milioni di euro) si aggiungono i 2,8 miliardi del Fondo complementare al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

L’Alta Commissione istituita presso il Mims per esaminare le oltre 290 proposte pervenute da Regioni, Comuni e Città Metropolitane ha concluso in tre mesi la fase della selezione, stilando una graduatoria di progetti ammissibili al finanziamento, complessivamente pari a 3,2 miliardi di euro.

Gli indicatori utilizzati per definire la graduatoria dei progetti hanno tenuto conto sia della superficie residenziale che viene recuperata dal progetto, sia della maggiore inclusività sociale che esso genera, anche tramite il coinvolgimento nella successiva gestione dell’intervento da parte del terzo settore. Indicatori di impatto sociale, culturale, urbano territoriale, economico-finanziario e tecnologico sono stati i parametri su cui si è formato il giudizio della Commissione: l’apporto economico di fondi privati, la rispondenza alle politiche territoriali regionali, la sostenibilità ed efficienza energetica e la premialità al consumo di suolo zero hanno costituito alcune delle voci valorizzate dall’apposito programma informatico creato ad hoc.

Lo stesso ministro Enrico Giovannini (Mims) ha spiegato, esprimendo forte apprezzamento per l’impegno dell’Alta Commissione, che si tratta “di un programma del tutto innovativo per il nostro Paese, la cui attuazione andrà ad incidere positivamente sulla qualità della vita di migliaia di persone e di tante comunità attraverso la riqualificazione di aree urbane senza nuovo consumo di suolo. Vista la qualità del Programma e dei progetti ricevuti, abbiamo scelto di destinare 2,8 miliardi di euro del Fondo complementare del PNRR per finanziare molte più proposte di quelle finanziabili con i fondi ordinari. La riqualificazione in senso sostenibile degli spazi urbani è una delle principali linee strategiche del Ministero, in linea con il suo nuovo nome e le nuove competenze riguardanti la riqualificazione e le politiche urbane.

Tra i progetti ammessi anche “GenerAzioni urbane” per circa 15 milioni di euro. La proposta mira a rispondere a specifici bisogni di alcuni ambiti periferici della città di Bari (Adelfia, Alberobello, Bitritto, Corato, Gioia del Colle, Giovinazzo, Locorotondo, Modugno, Polignano a Mare, Rutigliano, Ruvo di Puglia, Santeramo in Colle e Toritto) caratterizzati da degrado fisico tanto della componente edificata quanto dello spazio pubblico, presentando zone PEEP ad alta densità abitativa e generalmente monofunzionale, privi di servizi di prossimità e di spazi di socialità. Viene, dunque, proposta la riqualificazione e l’incremento di edilizia residenziale pubblica attraverso il recupero di edifici dismessi (per un totale di n. 63 alloggi comunali e n. 675 di ARCA Puglia) volti a ridurre il disagio abitativo e a riqualificare il patrimonio edilizio, anche dal punto di vista energetico, ma anche l’inserimento di nuovi servizi, ampliando i livelli di mix funzionale attraverso l’insediamento di nuove attività secondo il concetto di prossimità, in modo da ridurre gli spostamenti in automobile; inoltre, verrà incrementata la dotazione di spazi aperti per il gioco, il tempo libero e lo sport, gli eventi culturali, orti urbani e giardini di quartiere. Le trasformazioni fisiche saranno accompagnate da misure per incrementare i servizi per l’infanzia e l’adolescenza anche con riferimento al tempo extra-scolastico, al fine di declinare a livello locale le strategie europee (Youth Goals), per qualificare e rafforzare le competenze al fine di favorire l’incontro con la domanda di lavoro qualificato e contribuire alla parità di genere, nonché alla conciliazione dei tempi vita-lavoro per facilitare l’accesso all’occupazione da parte delle donne.
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I trasporti, in particolare quelli del servizio scolastico, hanno rappresentato una seria criticità nella fase acuta della pandemia. Oggi, sulla scorta dell’esperienza, non possiamo farci trovare impreparati alla ripresa dell’anno scolastico a settembre.

Ne abbiamo parlato al question time tenutosi oggi alla Camera e rivolto al ministro delle Infrastrutture e mobilità sostenibili, Enrico Giovannini.

Sino ad ora, abbiamo stanziato 2,74 miliardi di euro a sostegno delle imprese del trasporto pubblico locale per mancati ricavi e per programmare i servizi aggiuntivi con particolare attenzione ai collegamenti scolastici. Risorse ingenti che, come abbiamo ribadito al ministro Giovannini, non sono sufficienti se non si fanno un’accurata programmazione e un monitoraggio continuo con gli organi preposti, come le Prefetture, le Regioni e gli Enti locali. Vigileremo sui progressi e la programmazione sentendo, di volta in volta, associazioni, organizzazioni e gli enti locali affinché si giunga a settembre garantendo a tutti gli studenti di veder assicurato il loro diritto allo studio in efficienza e sicurezza. Ma, soprattutto, in presenza.
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Grazie al lungo lavoro di mediazione che abbiamo condotto nei mesi scorsi sul Fondo complementare al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), siamo riusciti a far destinare alle regioni del Mezzogiorno almeno il 50 e l’80% delle risorse, rispettivamente, al rinnovo delle flotte di bus e al rafforzamento delle linee ferroviarie regionali.

Si tratta di vincoli di gran lunga superiori a quelli già previsti e che ora trovano conferma nella decisione del Ministero delle Infrastrutture e mobilità sostenibili di stanziare 600 milioni di euro alle Regioni e alle Province Autonome per l’acquisto di bus di nuova generazione per il trasporto pubblico locale e 1,5 miliardi di euro per il potenziamento delle ferrovie regionali, fondi approvati dalla Conferenza Stato-Regioni. Risorse che dovranno essere spese nel periodo 2021-2026 per l’acquisto e il potenziamento di mezzi di ultima generazione a basso impatto ambientale come veicoli ad alimentazione elettrica, a metano o a idrogeno. 

Un risultato che ci riempie di orgoglio e che vede soddisfatte le nostre richieste. Ora bisogna fare in modo che gli Enti locali spendano le risorse assegnate e che vadano nella direzione di una concreta sostenibilità. Avremo città più vivibili e meno inquinate e, soprattutto, rafforziamo i collegamenti territoriali, riducendo le diseguaglianze tra le diverse aree del Paese.

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Grazie alle nostre misure previste nel Decreto Agosto, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, sono ora disponibili 1,15 miliardi di euro per la messa in sicurezza di ponti e viadotti e la realizzazione di nuove infrastrutture e relativa rete viaria.

Le risorse, che si articolano nel prossimo triennio, sono parte di un finanziamento per la messa in sicurezza della rete di Province e Città Metropolitane cominciata già nel 2018 e che complessivamente ammonta a 6,9 miliardi di euro. Si tratta di investimenti fondamentali e destinati a numerose attività come la progettazione, la verifica della sicurezza, il dissesto idrogeologico o la vulnerabilità sismica. Con questo decreto poniamo l’ultimo tassello a un processo di verifica e controllo di tutte le nostre infrastrutture, indispensabile per una mobilità sicura e efficiente.

Giungono in Puglia, così, oltre 17,6 milioni di euro per il 2021, circa 22,7 milioni nel 2022 e ulteriori 17,6 nel 2023 per un totale di 57,9 milioni di euro nel triennio, ovvero il 5% abbondante delle somme complessive stanziate. I finanziamenti maggiori arriveranno in Capitanata (15,2 milioni di euro), a cui segue la Terra di Bari con 11,5 milioni di euro, la provincia di Lecce con 9,5 milioni, circa 8,2 milioni sia nella BAT sia nel tarantino e, infine, 5,3 milioni di euro nel brindisino.
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Nell’ambito del parere al Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che individua una seconda tornata di commissari straordinari per la realizzazione di interventi infrastrutturali da realizzare ai sensi del Dl Semplificazioni, le commissioni Trasporti e Ambiente della Camera hanno indicato un ulteriore elenco di opere che necessitano di una determinante accelerazione. 

Tra queste, diverse interessano la Puglia: il Parco della Giustizia di Bari; la direttrice Manna-Camporeale che collega le due stazioni ferroviarie ad alta velocità Hirpinia e Foggia; il collegamento mediano Murgia-Pollino, inserito nel piano nazionale per il Sud e approvato dal Cipe nel 2011; l’estensione del commissariamento della SS 275 anche al secondo lotto fino a Santa Maria di Leuca; l’estensione del commissariamento della linea ferroviaria Bari-Napoli al lotto relativo al ‘Nodo Bari Nord’; il raccordo ferroviario dell’aeroporto di Brindisi. Infine, per quanto concerne la linea ferroviaria Roma-Napoli-Bari, il Parlamento chiede che il commissario svolga, ai fini della velocizzazione della realizzazione dell’infrastruttura, lo studio di fattibilità, la progettazione e la costruzione di una piattaforma logistica presso la stazione Hirpinia, per garantire l’intermodalità.

Parliamo di interventi infrastrutturali caratterizzati da un elevato grado di complessità progettuale, da una particolare difficoltà esecutiva o attuativa oppure, ancora, da complesse procedure tecnico-amministrative. Opere che, avendo un rilevante impatto sul tessuto socio-economico dei territori, necessitano della nomina di un Commissario straordinario che possa accelerarne l’attuazione come l’esempio virtuoso del ponte di Genova ci dimostra. Il Parlamento continuerà a porre l’attenzione su queste importanti opere e monitoreremo sia il lavoro dei commissari sia l’impegno assunto dal Governo Draghi, certi che si giungerà presto allo sblocco di situazioni spesso impantanatesi negli anni.
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Con la firma del decreto da parte del ministro Giancarlo Giorgetti, diventa operativa la norma che permetterà di acquistare un nuovo apparecchio televisivo in linea con le nuove tecnologie DVB-T2 grazie al bonus rottamazione tv.

Un risultato importante che conferma l’ottimo lavoro che avevamo fatto nell’ultima legge di bilancio in cui destinavamo il Bonus Tv a famiglie a basso reddito o che possedevano vecchi apparecchi non compatibili. 

L’attuale incentivo di 100 euro potrà essere utilizzato da tutti i cittadini senza limite di reddito, mentre potrà essere cumulato al bonus del 2020 purché in possesso degli stessi requisiti. Si tratta di un salto di qualità nel digitale terrestre sia in termini di efficienza sia in termini di qualità, con il passaggio all’HD. Le nuove tecnologie DVB-T2 porteranno, infatti, benefici concreti come la qualità video, l’aumento del numero delle tv connesse a internet e migliori servizi.


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Anche i lavoratori dei servizi aeroportuali di terra potranno contare sul fondo di solidarietà per il trasporto aereo e il sistema aeroportuale. Nel Dl Lavoro, infatti, il Governo Draghi ha inserito il riconoscimento dell’operatività anche in favore di coloro che avevano ottenuto i trattamenti salariali in deroga ma ne erano rimasti esclusi nel 2020.

Il settore del trasporto aereo è stato duramente penalizzato dalla pandemia, i cui effetti perdurano ancora oggi. La drammatica crisi che i lavoratori hanno dovuto fronteggiare è stata mitigata da ammortizzatori sociali come la cassa integrazione straordinaria e il Fondo Straordinario per il Trasporto Aereo. Lo stesso non era accaduto per i lavoratori aeroportuali di terra, in particolare per gli scali Brindisi, Catania e Napoli che non hanno potuto usufruire dell'integrazione del fondo per l’anno 2020 a causa di una interpretazione restrittiva della norma.

Con l’approvazione del Dl Lavoro, ristabiliamo un criterio di equità fra i lavoratori, sostenendo il reddito in una fase che resta difficile dal momento che non possiamo ancora considerarci fuori dalla pandemia.
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In arrivo nuove risorse per interventi di edilizia scolastica. Il Ministero dell’Istruzione ha infatti pubblicato, in questi giorni, l’avviso che mette a disposizione degli Enti locali delle Regioni del Centro-Sud, tra cui la Puglia, fondi pari a 130 milioni di euro per la messa in sicurezza di mense scolastiche e palestre, oltre che l’adeguamento di aree gioco e impianti sportivi esistenti a uso didattico. Obiettivo dei finanziamenti, una maggiore diffusione del tempo pieno e dell’attività motoria.

Per l’adeguamento delle palestre e delle aree gioco l’importo massimo finanziabile è di 350mila euro mentre per le mense scolastiche è di 200mila. Il Comune di Polignano può presentare al massimo due candidature per due diversi edifici scolastici, mentre la Città metropolitana di Bari potrà presentare fino a quattro candidature e quattro progetti. La scadenza per candidarsi al bando è fissata alle ore 15 del 5 agosto 2021. Il Piano ‘RiGenerazione Scuola’ continua spedito, con autorizzazioni di spesa complessive pari a 2,6 miliardi di euro da inizio anno. Possiamo davvero dire che la rigenerazione parte da Sud per irradiarsi in tutto il Paese.

Il Ministro dell’Istruzione ha firmato anche il decreto per l’individuazione dei criteri per l’assegnazione di 12,5 milioni, quale quota annua dell’otto per mille per interventi urgenti. Il relativo avviso verrà pubblicato nei prossimi giorni.
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Razionalizzare l’uso dell’acqua e ridurre il consumo di bottiglie di plastica. Sono questi gli obiettivi del “Bonus Acqua Potabile” inserito nell’ultima Legge di Bilancio che prevede un credito d’imposta pari al 50% delle spese sostenute tra il 1° gennaio 2021 e il 31 dicembre 2022 sull’acquisto e l’installazione di sistemi di filtraggio, mineralizzazione, raffreddamento e/o addizione di anidride carbonica alimentare finalizzati al miglioramento qualitativo delle acque per il consumo umano erogate da acquedotti. La copertura è pari a 5 milioni di euro. L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato le regole per fruire del bonus e fissa a febbraio 2022 la prima finestra per comunicare le somme pagate nel corso del 2021. Possono godere del beneficio le persone fisiche, i soggetti esercenti attività d’impresa, arti e professioni e gli enti non commerciali, compresi gli enti del Terzo settore e gli enti religiosi civilmente riconosciuti.

In linea con altri incentivi ambientali già varati nel corso della legislatura, il provvedimento persegue diversi obiettivi: la difesa dell’ambiente, un ulteriore stimolo all’economia e un vantaggio economico per i cittadini. Sotto il profilo ambientale, ridurre i consumi di acqua nelle nostre case aiuta non solo a preservare le risorse idriche (che in estate sono sempre più scarse), ma consente anche di risparmiare energia e ridurre le emissioni climalteranti. Dopo gli Ecobonus per l’acquisto di veicoli a basse emissioni e il Superbonus per la riqualificazione energetica e sismica delle case, con il Bonus idrico ribadiamo ancora una volta un principio fondamentale: economia e ambiente possono e devono andare di pari passo.

Il credito d’imposta è pari al 50% della spesa sostenuta, fino a un massimo di mille euro di spesa per ciascun immobile per le persone fisiche e di 5mila euro per ogni immobile adibito all’attività commerciale o istituzionale, per gli esercenti attività d’impresa, arti e professioni e gli enti non commerciali. Tuttavia, considerato che il tetto per la spesa complessiva è di 5 milioni di euro l’anno, l’Agenzia calcolerà la percentuale rapportando questo importo all’ammontare complessivo del credito d’imposta risultante da tutte le comunicazioni validamente presentate.

L’importo delle spese sostenute deve essere documentato da una fattura elettronica o un documento commerciale in cui sia riportato il codice fiscale del soggetto che richiede il credito. Il pagamento va effettuato con versamento bancario o postale o con altri sistemi di pagamento diversi dai contanti. Dopo le comunicazioni telematiche del prossimo febbraio, il bonus potrà essere utilizzato in compensazione tramite F24, oppure, per le persone fisiche non esercenti attività d’impresa o lavoro autonomo, anche nella dichiarazione dei redditi riferita all’anno della spesa e in quelle degli anni successivi fino al completo utilizzo del bonus.



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Durante la pandemia, il Reddito di Cittadinanza è stato il vero argine alla crisi sociale del Paese. Non a caso, anche un’autorevole organizzazione internazionale come l’OCSE lo ha promosso rilevando che in Italia “la rete di sicurezza sociale è stata radicalmente migliorata” con il RdC, “che introduce maggiori benefici per le famiglie insieme a condizioni più rigorose”.

I dati resi noti dall’ISTAT la settimana scorsa ci impongono ulteriori sforzi per tutelare i cittadini che versano in condizione di povertà, a iniziare proprio dal rafforzamento del Reddito di Cittadinanza. Grazie al MoVimento 5 Stelle, con la legge di Bilancio 2021 prima e con il decreto Sostegni poi c’è stato un aumento delle risorse inizialmente stanziate per il RdC, così da dare, unitamente al Rem, un aiuto concreto a milioni di cittadini. In vista della prossima Manovra, riteniamo necessario un ulteriore finanziamento del Reddito di Cittadinanza in modo da garantire maggiore attenzione alle famiglie numerose.

Parafrasando Papa Francesco, questo non è il momento di chiudere i pugni ma di tendere la mano verso i poveri. Al contempo, continuiamo a lavorare per riformare e potenziare i Centri per l’impiego assicurando non solo ai percettori del Reddito ma anche a disoccupati e lavoratori in transizione un sistema più efficace ed efficiente di politiche attive del lavoro dopo anni di immobilismo. L’intenzione del Governo Draghi di portare avanti il nostro piano non può che farci piacere: vuol dire che è la strada giusta da seguire.
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Si celebra oggi, 3 giugno, la Giornata mondiale della Bicicletta istituita nel 2018 dall’Onu per incentivare un mezzo di trasporto “semplice, ecologico e sostenibile”.

La Bike Economy è da sempre un’industria di grande tradizione artigiana in Italia e, complice la pandemia, abbiamo assistito ad un vero boom della produzione, con picchi del 20%. Dopo aver incentivato l’utilizzo delle due ruote attraverso il Bonus Mobilità, che ha raggiunto un notevole successo tra gli italiani con oltre 662.293 beneficiari per un ammontare totale pari a 202,3 milioni di euro di cui 53,6 milioni al Sud, è ora lo stesso Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza a sancire l’importanza di questo settore. Con lo stanziamento di ben 600 milioni di euro, infatti, prevediamo di realizzare circa 570 km di piste ciclabile urbane e metropolitane nonché circa 1.250 km di piste ciclabili turistiche. Il 50% delle risorse saranno destinate alle Regioni del Sud sia per favorire gli spostamenti quotidiani e l’intermodalità sia per raggiungere obiettivi turistici e ricreativi.

L’Italia è ai primi posti a livello mondiale in molti punti della filiera produttiva. Dagli ultimi dati a disposizione, è il primo Paese in Europa per numero di bici vendute all’estero, pari a 1.776.300. Crescono, poi, le imprese del settore: 3.128 tra produzione, riparazione e noleggio; in crescita del 3,2% negli ultimi 5 anni con il coinvolgimento oltre 7.400 addetti.

Usare la bicicletta aiuta concretamente l’economia, l’occupazione, e fa bene alla salute, al turismo e all’ambiente.
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Quasi 35 miliardi di euro è l’ammontare delle risorse dedicate dal PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza alla mobilità sostenibile, agli investimenti sulla rete ferroviaria e stradale nonché al trasporto locale.

Tra gli obiettivi da raggiungere vi è il miglioramento della qualità della vita attraverso la diminuzione dell’inquinamento acustico e dell’aria, la riduzione delle congestioni e l’integrazione di nuovi servizi. Si punta ad una mobilità “soft”, favorendo l’intermodalità e l’utilizzo di biciclette con la realizzazione di circa 570km di piste ciclabili e circa 1.250km di piste ciclabili turistiche attraverso uno stanziamento di 600 milioni di euro. Il numero dei ciclisti è in costante crescita dal 2013 e, oltre alla diffusione di un mezzo di trasporto non inquinante, rappresenta una fonte di indotto economico dal valore pari a 7,6 miliardi di euro l’anno.

Ben 3,6 miliardi di euro sono finalizzati, invece, ad ottenere uno spostamento di almeno il 10% del traffico su auto private verso il sistema di trasporto pubblico. Ad oggi, infatti, i mezzi privati sono i più utilizzati in Italia, con 2 persone su 3 over18 che hanno utilizzato ogni giorno l’auto. La misura prevede la realizzazione di 240km di rete attrezzata per le infrastrutture del trasporto rapido di massa suddivise in metro (11km), tram (85km), filovie (120km) e funivie (15km). Ci si concentrerà maggiormente sulle aree metropolitane delle maggiori città italiane così da diminuire la congestione e i problemi legati all’inquinamento.

Gli spostamenti su vetture private rimarranno, inevitabilmente, la percentuale più consistente ed è per questo che incentiviamo lo sviluppo di una mobilità basata su veicoli elettrici, che ad oggi incide appena per lo 0,1% sul totale dei veicoli. Per raggiungere gli obiettivi europei in materia di decarbonizzazione è previsto un parco circolante di circa 6 milioni di veicoli elettrici al 2030, per i quali si stima siano necessari 31.500 punti di ricarica rapida pubblici: con 750 milioni di euro ne realizzeremo 7.500 in autostrada e 13.755 nei centri urbani, oltra a 100 stazioni di ricarica sperimentali con tecnologie per lo stoccaggio dell’energia.

Rinnoveremo, poi, le flotte di autobus con mezzi a basso impatto ambientale e di treni per il trasporto regionale e intercity con mezzi a propulsione alternativa per cui vengono stanziati circa 3,64 miliardi di euro. Accelereremo l’attuazione del Piano Strategico Nazionale per la Mobilità Sostenibile con l’acquisto, entro il 2026, di circa 3.360 bus a basse emissioni, con circa un terzo delle risorse destinate alle principali città italiane. Accompagneremo questo sforzo produttivo con 300 milioni di euro dedicati alla diffusione e promozione di trasformazione tecnologica della filiera legata alla produzione di autobus in Italia, con l’obiettivo di espandere la capacità produttiva e il miglioramento dell’impatto ambientale. Ridurremo l’età media del parco rotabile regionale, invece, tramite l’acquisto di unità a propulsione elettrica e a idrogeno con l’acquisto di 53 treni per sostituire un numero equivalente di vecchie unità entro il 2026, a cui si aggiungono 100 carrozze di nuova concezione sviluppate con materiali riciclabili e rivestite con pannelli fotovoltaici. Lavoreremo, inoltre, sul versante delle semplificazioni per procedure più rapide per la valutazione dei progetti di trasporto pubblico locale con impianti fissi e di trasporto rapido di massa.

Una parte da protagonista nel PNRR la svolge l’idrogeno, su cui investiamo oltre 3 miliardi di euro, per un terzo dedicati al mondo dei trasporti. Verranno create 40 stazioni di rifornimento a base di idrogeno, con distributori adatti a camion e auto, e implementati i progetti di sperimentazione delle linee a idrogeno. Grazie a questa misura, il segmento degli autocarri a lungo raggio, ad oggi uno dei più inquinanti e responsabile di circa il 5-10% delle emissioni di CO2 complessive, potrebbe registrare una penetrazione significativa dell’idrogeno fino al 5-7% del mercato entro il 2030. Un altro settore di interesse per l’idrogeno è il trasporto ferroviario passeggeri. In Italia circa un decimo delle reti ferroviarie è servito dai treni diesel: dove abbiamo treni dall’età media elevata e l’elettrificazione risulti non fattibile o competitiva possiamo prevedere la conversione all’idrogeno. Saranno coinvolte regioni dall’elevato traffico in termini di passeggeri come Lombardia, Puglia, Sicilia, Abruzzo, Calabria, Umbria e Basilicata. Il progetto include la produzione di idrogeno verde in prossimità delle stazioni di rifornimento (si punta a realizzarne 9 su 6 linee ferroviarie), tramite sviluppo dell’intero sistema di produzione, stoccaggio e utilizzo dell’idrogeno.

Gli investimenti più corposi riguarderanno la rete ferroviaria (24,77 miliardi di euro). Innanzitutto acceleriamo l’iter di approvazione dei singoli progetti e del Contratto di programma quinquennale tra MiMS e RFI così da velocizzare progettazione e realizzazione dei lavori. Si interverrà sull’Alta Velocità per lo sviluppo dei servizi ferroviari passeggeri e merci a lunga percorrenza, collegando il Sud (Napoli-Bari; Palermo-Catania-Messina; Salerno-Reggio Calabria) e integrandosi con i sistemi di trasporto regionale, riducendo i tempi di percorrenza e aumentando la capacità. Al Nord, invece, si investirà sulle direttrici Brescia-Verona-Vicenza, Liguria-Alpi e Verona-Brennero. I progetti riguarderanno poi anche le cosiddette “connessioni diagonali” dall’Adriatico e dallo Ionio al Tirreno con investimenti su Roma-Pescara; Taranto-Metaponto-Potenza-Battiglia e il rafforzamento della Orte-Falconara.

Agiremo per la piena interoperabilità con le reti ferroviarie europee con lo sviluppo del sistema di gestione ERTMS nonché per il potenziamento dei nodi ferroviari metropolitani, dei collegamenti nazionali chiave e delle linee regionali. Verranno superati i nodi critici che al Sud rappresentano veri e propri “colli di bottiglia”, migliorando e riqualificando inoltre le stazioni in termini di accessibilità e integrazione con il territorio.

Si interviene, infine, sulla sicurezza stradale con due linee di riforma: il trasferimento della titolarità delle opere (ponti, viadotti, cavalcavia) relative alle strade di secondo livello ai titolari delle strade di primo livello, ovvero autostrade e strade extraurbane principali; l’attuazione delle linee guida per la classificazione e la gestione del rischio, la valutazione della sicurezza e il monitoraggio dei ponti esistenti.


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Il Ministero dell’Istruzione ha pubblicato il decreto di riparto dei 150 milioni di euro previsti all’articolo 31 del Decreto Sostegni, convertito in legge nei giorni scorsi a Montecitorio. Le risorse del “Piano Estate 2021” sono finalizzate al potenziamento dell’offerta formativa extracurriculare, al recupero delle competenze di base, al consolidamento delle discipline, alla promozione di attività per il recupero della socialità, della proattività, della vita di gruppo delle studentesse e degli studenti anche nel periodo che intercorre tra la fine delle lezioni dell’anno scolastico 2020-2021 e l’inizio del prossimo.

Le risorse sono state distribuite in base al numero degli alunni frequentanti le istituzioni scolastiche statali di ogni ordine e grado. Nel Sudest barese giungono così ben 608.468,04 euro. Le istituzioni scolastiche ed educative statali dovranno provvedere entro il 31 dicembre alla realizzazione degli interventi o al completamento delle procedure di affidamento degli interventi anche tramite il coinvolgimento, secondo principi di trasparenza e nel rispetto della normativa, di enti del terzo settore e imprese sociali.

La cifra più cospicua va a Monopoli con 136.519,49 euro suddivisi tra Modugno-Galilei 19,9mila; Jones-Comes 22mila; Vito Intini 20,3; Bregante Volta 22mila; Luigi Russo 14,9mila; Galilei-M.Curie 20,9 e Vito Sante Longo 16,5mila euro.

A Conversano giungono 87.142,61 euro così divisi: Falcone 19mila; 2CD via Firenze 15,9mila; Carelli Forlani 14,2mila; San Benedetto 18,2mila e Simone Morea 19,8mila.

Per le scuole di Castellana lo stanziamento è pari a 79.290,33 euro: Tauro Viterbo 18,3mila; Angiulli De Bellis 16,9mila; Consoli Pinto 20,7mila e Luigi Dell’Erba 23,4mila.

Per Putignano 69.253,57 euro suddivisi tra Minzele Parini 23,5mila; De Gasperi Da Putignano 20,2mila e Majorana Laterza 25,6mila.

A Mola di Bari arrivano 57.091,41 euro: 16,9mila alla Montessori; 10,9mila a San Giuseppe; 16,3mila alla Da Vinci Majorana e 12,9mila alla Alerghini Tanzi.

Per Gioia del Colle la somma stanziata è di 49.337,52 euro: 20,7mila alla Caranò-Mazzini e 28,6mila alla Losapio Filippo Neri.

Alle scuole di Polignano a Mare giungono 47.920,56 euro di cui 15,9mila alla San Giovanni Bosco; 15,5mila alla Sarnelli De Donato Rodari e 16,5mila alla Domenico Modugno.

Per gli studenti di Noci vengono destinati 46.031,29 euro: Gallo Positano 14mila; Pascoli Cappuccini 17,3mila e Da Vinci Agherbino 14,7mila.

Infine, Turi ottiene 35.581,26 euro: 23,4mila per la Resta De Donato Giannini e 12,2 per Pertini Anelli.
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Un nuovo importante passo avanti per i percettori del Reddito di Cittadinanza. È stato, infatti, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto, predisposto dall'ex ministra Nunzia Catalfo (M5S), che consente loro di beneficiare in un'unica soluzione di 6 mensilità di Rdc per avviare un'attività lavorativa autonoma, d'impresa individuale o una società cooperativa.

Un provvedimento che ribadisce che il Reddito non è un semplice sussidio ma una politica attiva del lavoro e che assume un valore ancora più significativo nel momento storico che stiamo attraversando. Ad aprile, 1,2 milioni di famiglie hanno ricevuto il Reddito di Cittadinanza. Durante la pandemia, questo strumento ha assicurato una stabilità sociale essenziale in una società che possa dirsi civile. Senza tale misura di contrasto alla povertà, la situazione sarebbe stata di gran lunga peggiore.

Ora va completata la seconda parte del Reddito, quella delle politiche attive. Basta ritardi, le Regioni devono correre e assumere al più presto gli 11.600 nuovi operatori previsti dalla riforma da inserire nei Centri per l'Impiego. Attendiamo sempre che l’Amministrazione Vitto prenda esempio da altre Giunte più virtuose e metta all’opera i beneficiari del Reddito di Cittadinanza nelle mansioni utili alla comunità, come la cura dei giardini, la gestione in sicurezza in entrata e uscita da scuola dei bimbi, la pulizia delle aree pubbliche, la guardiania. Sono tantissimi gli esempi che la nostra consigliera comunale Maria La Ghezza (M5S) ha portato all’attenzione dell’Amministrazione Vitto: cosa aspetta a copiare?
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Nei giorni scorsi, a Montecitorio è stato approvato il DEF, il Documento di Economia e Finanza, che rappresenta il principale strumento di programmazione economica a disposizione del Governo. Il Documento riporta ed analizza i dati economici del 2020 e le proiezioni sul triennio 2021-2024. In particolare, si riportano gli effetti della pandemia e delle misure di rilancio varate durante l’anno su PIL, crescita e finanza pubblica.

La pandemia da Covid-19 ha continuato a condizionare l’andamento dell’economia italiana. Il 2020 si è chiuso con una caduta del PIL pari all’8,9%, in linea con le previsioni della NADEF. Nonostante un quadro pandemico peggiore delle previsioni, l’economia ha retto grazie soprattutto all’efficacia degli interventi di politica economica, pari a 108 miliardi nel 2020. Come conseguenza di ciò, l’indebitamento netto della Pubblica amministrazione (PA) è salito al 9,5% del PIL, dall’1,6% registrato nel 2019. Per quanto concerne il lavoro si è verificata una forte caduta dell’input, -11,0 per cento per le ore lavorate e -10,3% in termini di unità di lavoro armonizzate (ULA). 

Nel primo trimestre del 2021, il PIL è previsto in ulteriore calo per via del protrarsi delle misure restrittive che hanno inciso in maniera particolare sui servizi, mentre è probabile che nel primo trimestre il valore aggiunto dell’industria in senso stretto sia aumentato in termini congiunturali. Sull’inflazione, il cui indice armonizzato nel primo trimestre è risultato allo 0,7%, ci sono da segnalare le pressioni al rialzo emerse al livello dei prezzi alla produzione, non solo per via del recupero dei prezzi dell’energia ma anche per via di scarsità di componenti e materiali che si sono manifestate all’interno delle catene del valore globali.

Il Def 2021 si inserisce in un contesto sanitario ed economico eccezionale e riflette dunque sul bilancio pubblico sia il crollo senza precedenti del Pil che l’intervento pubblico a beneficio di famiglie, imprese e servizi fondamentali. Così si giustificano i numeri impressionanti del deficit pubblico e del debito pubblico, a cui nessuno era abituato.

Senza un intervento pubblico deciso l’economia sarebbe crollata a livelli insostenibili, con ricadute occupazionali e sociali incontrollabili. Siamo orgogliosi di aver stanziato in poco più di un anno oltre 180 miliardi di euro di interventi aggiuntivi tra ristori, sospensioni e cancellazioni fiscali, sostegni sui costi fissi delle imprese, sostegni ai lavoratori e alle famiglie, maggiori risorse per sanità e servizi pubblici.

L’esplosione del rapporto debito/Pil durante la pandemia non è una prerogativa italiana, ma è avvenuta ovunque in Europa e nel mondo. Quella iniziata nel 2020 è la seconda grande crisi in poco più di un decennio e deve farci guardare con occhio critico alle attuali regole europee sulla finanza pubblica, a partire dal Patto di Stabilità e Crescita. Per uscire più forte e più unita da questa pandemia l’Europa deve procedere a una riforma radicale del PSC, riservando alla BCE un ruolo centrale. Il ritorno alle vecchie regole non sarebbe sostenibile. Il Def 2021, dunque, è decisivo anche perché incorpora gli effetti macroeconomici del PNRR: 191 miliardi da impegnare entro il 2026 a cui si aggiungono i fondi del REACT EU (circa 13 miliardi) e altri 30 miliardi dal fondo complementare sugli investimenti che sarà finanziato dal governo italiano.

Nel Def trovano spazio anche i 40 miliardi di scostamento di bilancio da poco autorizzati dal Parlamento, che verranno utilizzati per finanziare il decreto Sostegni bis in procinto di emanazione da parte del Consiglio dei Ministri. La nostra priorità è che le imprese continuino a essere sostenute fino a che non riusciranno a sostenersi da sole sul mercato, sia quelle che dovranno rimanere chiuse che quelle che riapriranno. Non possiamo illuderci che con le riaperture l’emergenza economica in corso si risolverà da sola. Lo Stato deve continuare a fare la sua parte.
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Al via il servizio civile universale che, da quest’anno e sino al 2023, prevede oltre 1.000 giovani “evangelizzatori del digitale”. È stato pubblicato online, infatti, l’avviso che consentirà di dare concretezza al servizio civile digitale voluto dai ministeri per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale e quello per le Politiche giovanili, con scadenza 29 luglio.

Il compito di questi volontari sarà quello di favorire l’uso dei servizi pubblici online e, in generale, alimentare le competenze digitali della popolazione. Stando ai dati Desi, infatti, il 58% degli italiani tra i 16 e i 74 anni non possiede un livello di competenze digitali almeno di base: ciò consentirebbe di esercitare in pieno i diritti di cittadinanza, oramai (per fortuna) in gran parte lontani da uffici e scartoffie.

L’ottima iniziativa della sperimentazione del Servizio civile digitale, promossa dalla ministra Fabiana Dadone (M5S), è molto importante non solo per ridurre drasticamente il divario digitale presente nella nostra società ma soprattutto per investire sui giovani e formarli alle nuove competenze.

È fondamentale continuare a sostenere la transizione digitale del Paese con progetti come questo perché migliorare la conoscenza e l’utilizzo delle nuove tecnologie migliorerà il funzionamento dei servizi essenziali alla cittadinanza, snellirà e semplificherà i procedimenti della macchina amministrativa oltre a rendere più fruibile e effettivo l’esercizio dei diritti di cittadinanza attiva.

Per il 2021 sono stati stanziati, in via sperimentale, 6,4 milioni di euro ma, grazie ai 60 milioni di euro inseriti nel Pnrr (Piano nazionale di Ripresa e Resilienza) in una delle azioni del Piano operativo della Strategia nazionale per le competenze digitale e del programma NextGenerationEu Reskill and Upskill. “Ciò rappresenta una grande opportunità sia per le nuove generazioni che per il sistema-Paese al fine di operare un decisivo passo per far immergere completamente la nostra società nell’utilizzo delle nuove tecnologie.
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Il personale marittimo è tra le categorie più a rischio infezione considerato che il tipo di lavoro svolto porta a viaggiare anche più volte, in un periodo limitato, su rotte internazionali. Nonostante ciò, sono i lavoratori che hanno minor accesso ai vaccini anti-Covid19.

In queste settimane abbiamo lavorato con i sindacati di categoria per risolvere al più presto le criticità, anche grazie alla collaborazione con il Dipartimento per la prevenzione che condivide con noi il ruolo strategico dei lavoratori del settore. Il Ministero della Salute ha assicurato che si stanno approntando tutte le condizioni perché si possa vaccinare il personale marittimo anche in punti vaccinali periferici riconosciuti dal Servizio sanitario nazionale qualora siano impossibilitati a farlo nella regione di appartenenza

Le piattaforme che dovrebbero consentire la prenotazione, infatti, non sono disponibili per i marittimi che posseggono una piattaforma sanitaria dedicata, anche se dispongono di tutti i requisiti necessari per accedere al vaccino. Per questo motivo, siamo intervenuti per risolvere una situazione che rischia di aggravarsi con la prossima stagione estiva e abbiamo chiesto al ministero di rendere operativa l’interoperabilità delle piattaforme.

Si tratta di un risultato importante poiché il personale marittimo se non vaccinato rischia di non poter lavorare. La sicurezza di questi lavoratori deve essere una priorità per tutti noi, come lo è stato per altre categorie ad alto rischio di contagio.
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La rivoluzione verde e la transizione ecologica rappresentano due direttrici fondamentali del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza con cui l’Italia, sotto l’egida comunitaria, punta a venir fuori dalla crisi economica causata dalle misure di contenimento alla pandemia Covid-19. Con il parere espresso al PNRR dalla IX Commissione della Camera abbiamo, pertanto, indicato e ribadito gli obiettivi che il nostro Paese deve porsi, da qui al 2026, in tema di trasporti e infrastrutture. Si tratta, infatti, di una importante occasione di rilancio per numerosi comparti, da traghettare nel futuro con intelligenza e visione. Se daremo concretezza alle strategie che stiamo ponendo in campo, avremo un’Italia rinnovata e moderna, in grado di renderci competitivi e all’avanguardia. 

Cruciale la decarbonizzazione dei trasporti, dove deve essere data priorità agli interventi di elettrificazione della rete ferroviaria che ne è sprovvista, individuato le linee dove avviare la sperimentazione dei treni ad idrogeno in prossimità di attività industriali che ne utilizzano. Attraverso il rafforzato coinvolgimento delle amministrazioni sul territorio, si rende necessaria la sostituzione dei mezzi per il trasporto pubblico locale, promuovendo il ricambio del parco automezzi con soli Euro VI di ultima generazione, ovvero con mezzi a trazione GNL e GNC che potrebbero portare, peraltro, un effetto positivo sul sistema produttivo italiano e da ultimo, ove possibile, promuovere il ricambio del parco attraverso i veicoli elettrici (a batteria o fuel cell). L’importanza del settore dei trasporti verso una compiuta transizione ambientalmente compatibile è fondamentale. 

Per questo abbiamo richiesto che si valuti come prioritario insistere sulla produzione di idrogeno nei trasporti, declinando in maniera compiuta su tutto il territorio nazionale lo sviluppo di una rete di ricarica elettrica e una rete di stazioni di rifornimento di idrogeno con un massimo di 40 distributori di carburante per uso promiscuo, sia per i mezzi pesanti che per i veicoli leggeri, così da ridurre le emissioni inquinanti. Il “progetto idrogeno” dovrà poi essere esteso al trasporto marittimo, considerandone l’incidenza rilevante sulle emissioni climalteranti: la tecnologia abilitante del fuel cell hydrogen, del resto, è la medesima. Attraverso misure di incentivazione va rinnovata la flotta con miglioramento delle performance ambientali, ponendo l’attenzione sull’esigenza di garantire che gli incentivi rivolti al rinnovo e al rifitting della flotta privata abbiano una ricaduta occupazionale e industriale sul territorio nazionale ed europeo. 

Allo stesso modo per le altre filiere coinvolte nella costruzione di mezzi come bus e materiale rotabile. In quest’ultimo caso, si avvia a fase di revisione il contratto decennale di media-lunga percorrenza dove risulta quanto mai opportuno prevedere l’acquisto di nuovi carrozze e locomotori rispetto al contratto attuale che prevede solo interventi di revamping del materiale rotabile esistente. Inoltre, è importante procedere al potenziamento dell’alta velocità ferroviaria su tutto il territorio nazionale, con priorità alle aree non ancora completate come il Mezzogiorno e il Nord Ovest, nonché ad investimenti di upgrading e elettrificazione. Anche le stazioni dovranno essere adeguate, proseguendo nei programmi “Easy Station” e “Smart Station” che vedono impegnata RFI, entro il 2026, nel renderle più accessibili e confortevoli a tutti i viaggiatori, senza distinzione alcuna, secondo i requisiti della normativa europea. 

Nell’ambito degli interventi volti a garantire una mobilità sostenibile, infatti, vanno tutelati e garantiti pienamente i diritti degli utenti del trasporto ferroviario, marittimo, aereo e stradale, in ogni forma soggetta a tariffa o pedaggio, anche con riferimento al diritto alla libera circolazione e soggiorno su tutto il territorio nazionale sancito dall’articolo 16 della nostra Costituzione. Con i colleghi parlamentari della Commissione Trasporti della Camera abbiamo poi rilevato l’assenza, all’interno del PNRR, di un programma strutturato di rinnovo del parco dei veicoli industriali e commerciali da attuare attraverso una serie di incentivi mirati per le aziende. Occorre, inoltre, avviare un adeguato programma di rinnovo dei quasi 26mila autobus che compongono il parco veicolare destinato ai servizi di noleggio con conducente e linee commerciali, sia a corto che a lungo raggio. 

È a nostro parere opportuno prevedere un adeguato stanziamento al fine di incentivare sia l’ammodernamento che il rinnovo della flotta del settore dei bus turistici ecologici e tecnologicamente avanzati, nonché a promuovere tutte le opportune iniziative volte ad allineare l’imposizione delle accise sul gasolio commerciale usato come propellente per autoveicoli delle categorie M2 e M3 per il trasporto occasionale di passeggeri ai regimi di tassazione dei principali Stati europei. Per le reti e infrastrutture per la mobilità dolce e il cicloturismo abbiamo incluse anche le green ways e le reti sentieristiche che utilizzano vecchi sedimi di ferrovie e varianti di tracciato abbandonate da molto tempo e completamente disarmate per trekking, escursioni, percorsi nei parchi e nella natura. Infine, abbiamo richiesto che venga materialmente realizzato l’archivio nazionale delle strade: si tratta di uno strumento che consentirebbe di monitorare lo stato tecnico delle infrastrutture, così da poter predeterminare gli interventi funzionali ad assicurare la sicurezza, nonché la regolare circolazione dei veicoli, e contribuirebbe ad innalzare il livello di efficienza e di sicurezza del sistema viario italiano.

Ci apprestiamo, dunque, a porre notevoli risorse su un Piano che mira a modificare radicalmente le nostre vite quotidiane, nel solco della rivoluzione verde e della transizione ecologica: ogni nostra azione deve essere pesata nei confronti dell’ambiente; non per farne meno ma per farla meglio. Ad iniziare dal modo in cui ci spostiamo.
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Si è tenuto nel pomeriggio di ieri, venerdì 30 aprile, l’incontro del Sindaco, Giuseppe Lovascio, con il deputato Emanuele Scagliusi, capogruppo M5S in Commissione Trasporti alla Camera, a cui hanno partecipato anche gli attivisti 5 Stelle di Conversano, Valerio Conte e Gianni Volpe. Tema dell’appuntamento, l’eliminazione dei passaggi a livello ferroviari in territorio comunale.

Ho rinnovato al Sindaco Lovascio, che ringrazio per l’invito, la massima disponibilità a sostenere le istanze dell’intera comunità conversanese. Grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza finanzieremo opere già cantierabili per poter spendere i fondi entro il 2026, come da obblighi Ue. Ciò ci permetterà, al contempo, di liberare moltissime risorse che è intenzione del MoVimento 5 Stelle indirizzare verso il trasporto pubblico locale, in particolare per aumentare gli standard di sicurezza delle ferrovie locali.

La soppressione dei passaggi a livello è uno di questi obiettivi perché ci permette di avere maggiore sicurezza, aumentando la velocità di viaggio dei treni e decongestionando il traffico urbano, a maggior ragione in casi di emergenza come ambulanze e vigili del fuoco. La competenza, nel caso di Ferrovie Sud Est è, però, completamente in capo alla Regione: spiace constatare che, dopo aver annullato l’incontro del 2019 con l’allora sindaco Loiacono al quale avrei dovuto partecipare, non è stato fatto alcun passo avanti dalle Giunte pugliesi. Eppure, a sostenere l’importanza di intervenire per la soppressione dei passaggi a livello di Conversano potrebbe dimostrarlo, in maniera inequivocabile, proprio uno studio elaborato da Ferrovie Sud Est ma mai reso pubblico.

Avremo così una valutazione oggettiva che potrebbe guidare la scelta della Regione Puglia dell’interramento o meno dei binari ferroviari.
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La pandemia, e la conseguente crisi economica, hanno spinto l’UE a formulare una risposta coordinata a livello sia congiunturale, con la sospensione del Patto di Stabilità e ingenti pacchetti di sostegno all’economia adottati dai singoli Stati membri, sia strutturale, in particolare con il lancio a fine maggio 2020 del programma Next Generation EU (NGEU). Il NGEU segna un cambiamento epocale per l’UE. La quantità di risorse messe in campo per rilanciare la crescita, gli investimenti e le riforme ammonta a 750 miliardi di euro, dei quali oltre la metà, 390 miliardi, è costituita da sovvenzioni. Le risorse destinate al Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (RRF), la componente più rilevante del programma, sono reperite attraverso l’emissione di titoli obbligazionari dell’UE, facendo leva sull’innalzamento del tetto alle Risorse Proprie. Queste emissioni si uniscono a quelle già in corso da settembre 2020 per finanziare il programma di “sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione in un'emergenza”.

Il PNRR è suddiviso in 6 missioni per un ammontare complessivo delle risorse pari a 191,5 miliardi di euro. A questi si aggiungono i 13 miliardi del React Eu e i 30,64 miliardi del Fondo complementare che portano la somma stanziata a 235,14 miliardi.

La prima missione riguarda la digitalizzazione, l’innovazione, la competitività e cultura con 11 miliardi per la Pubblica Amministrazione, 31 per la competitività nel settore produttivo e 8 per turismo e cultura.

La seconda riguarda la rivoluzione verde e la transizione ecologica: 7 per l’agricoltura sostenibile e l’economia circolare, 25 per la transizione energetica e la mobilità sostenibile, 22 per l’efficienza energetica e la riqualificazione degli edifici, 15 per la tutela del territorio e della risorsa idrica.

La terza missione riguarda le infrastrutture per una mobilità sostenibile: alla rete ferroviaria ad alta velocità/capacità e strade sicure sono destinati 28 miliardi di euro mentre 3,5 per l’intermodalità e la logistica integrata.

“Istruzione e ricerca” è la quarta missione: 21 miliardi per il potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione, dagli asili nido all’università, e 13 “dalla ricerca all’impresa”.

Quinta missione è “Inclusione e coesione” con 13 miliardi per le politiche per il lavoro, 13 per le infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore; 4 per interventi speciali per la coesione territoriale.

Ultima missione, quella dedicata alla Salute con complessivi 20 miliardi di euro: 9 per le reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale e 11 per l’innovazione, la ricerca e la digitalizzazione del servizio sanitario nazionale.

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Grazie all’impegno del ministero della Mobilità Sostenibile, che ha accolto i nostri solleciti, si va finalmente verso una risoluzione definitiva per il riconoscimento dei certificati per i marittimi italiani. Circa 5.000 lavoratori del comparto, infatti, a seguito della Brexit non avevano sinora indicazioni precise per il cosiddetto ‘endorsement’ dei certificati professionali in ottemperanza alla convenzione internazionale STCW emessi dal Regno Unito.

E' stata, infatti, emanata la circolare ministeriale con cui viene data chiarezza al comparto marittimo italiano. A seguito di nostre pressioni, il Mims ha sbrogliato la situazione, che rischiava di generare serie problematiche per il proseguo della normale attività lavorativa nel settore, comunicando alla competente Autorità britannica, la decisione di riconoscimento unilaterale dei certificati emessi dal Regno Unito, nelle more del perfezionamento delle procedure di riconoscimento a livello europeo del relativo sistema di formazione dei marittimi. 

Ringraziamo il sottosegretario Giancarlo Cancelleri e il nostro Ambasciatore all’IMO (International Maritime Organization), Raffaele Trombetta, per l’interessamento sulla vicenda e rinnoviamo il massimo impegno del MoVimento 5 Stelle per i lavoratori del settore, ad iniziare dalle questioni legate al collocamento.
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Siamo fortemente convinti che sia indispensabile una estensione del Superbonus 110% a tutte le tipologie di edifici e in particolare a quelli del settore alberghiero e alle strutture extra-alberghiere e turistico-ricettive: agriturismi, bed and breakfast e simili. Lo abbiamo ribadito nuovamente, introducendo anche il riferimento esplicito all'extra-alberghiero, nella risoluzione al Def approvata dalla Camera il 21 aprile. Ora ci aspettiamo che il Governo dia delle risposte in merito a questa richiesta.

Il patrimonio edilizio italiano è tra i più vecchi d'Europa e necessita in gran parte di adeguamento antisismico: il Superbonus può rappresentare la leva di una trasformazione che assuma i contorni di una vera e propria grande opera di riqualificazione e quindi di rivalutazione. Ne gioverebbero milioni di cittadini, con enormi risparmi in bolletta e in termini di emissioni di gas serra, e soprattutto in termini di sicurezza antisismica. 

Questo vale ancor di più per i tanti operatori dell'ospitalità. Il turismo italiano nel 2020 ha registrato 53 miliardi di ricavi in meno rispetto all’anno precedente: dopo il tracollo causato dalla pandemia dobbiamo mettere in campo ogni azione possibile per rimettere in piedi un settore chiave della nostra economia. Riqualificare il patrimonio edilizio di tutte le strutture ricettive è un modo concreto e utile di contribuire alla loro ripartenza.


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Oltre 169,4 milioni di euro alle Regioni per l’acquisto di materiale rotabile da destinare al trasporto pubblico locale o per l’acquisto di ricambi o attrezzature di riqualificazione dei treni già in dotazione. Le risorse, previste in precedenti leggi di bilancio, sono state ripartite con un decreto firmato dal Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, e riguardano le annualità dal 2021 al 2033. Nella ripartizione dei fondi si è tenuto conto sia di indicatori di natura demografica che dell’offerta di servizi di trasporti (ad esempio, quantità di passeggeri trasportati, quantità annuale di treno/km).

Giungono così in Puglia 12.362.836,43 euro pari al 7,3% delle risorse nazionali. Ringrazio il ministro Giovannini per aver portato a compimento, con il decreto attuativo, un impegno che perdura da tempo che ci vede in prima linea nel garantire sempre più risorse al trasporto pubblico locale. Complessivamente, alle Regioni del Sud è stata assicurata la quota del 34% prevista per legge per gli investimenti pubblici.

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Il bando per le 2.800 figure tecniche che saranno assunte nelle pubbliche amministrazioni del Sud è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Inizia un processo di rigenerazione della Pubblica Amministrazione nel Mezzogiorno, garantendo assunzioni e formazione delle professionalità necessarie alla gestione dei fondi strutturali del nuovo ciclo di Programmazione 2021-2027 e del Piano di Ripresa e Resilienza. A beneficiare saranno le regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia che potranno assumere, con contratto di lavoro a tempo determinato, personale non dirigenziale in possesso di specifiche professionalità, nel limite massimo di 2.800 unitàper una durata non superiore ai 36 mesi.

Nell’ultima legge di bilancio abbiamo già previsto che il 50% di queste persone sarà stabilizzato attraverso concorso. Un lavoro che parte dal Governo Conte grazie all’impegno della Ministra Fabiana Dadone e al costante impegno del gruppo parlamentare del MoVimento 5 Stelle.

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Al via le domande per i contributi del Dpcm sulla rigenerazione urbana. Per il triennio 2021-2023, i Comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti, non capoluogo di provincia, ed i comuni capoluogo di provincia o sede di città metropolitana, hanno facoltà di richiedere i contributi, per investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale, nonché al miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale ed ambientale presentando apposita domanda al Ministero dell’interno - Direzione Centrale della finanza locale.

Ciascun comune può fare richiesta di contributo per uno o più interventi nel limite massimo di: 5 milioni di euro per i Comuni con popolazione da 15.000 a 49.999 abitanti; 10 milioni per i Comuni con popolazione da 50.000 a 100.000 abitanti e 20 milioni per i Comuni con popolazione superiore o uguale a 100.001 abitanti e per i comuni capoluogo di provincia o sede di città metropolitana. Per presentare la domanda i Comuni dovranno utilizzare esclusivamente la nuova Piattaforma di Gestione delle Linee di Finanziamento (GLF), integrata nel sistema di Monitoraggio delle Opere Pubbliche (MOP).


“Le risorse a disposizione sono pari a 150 milioni di euro per il 2021 e sono rivolte a tre tipologie di interventi – spiega la consigliera comunale Maria La Ghezza (M5S) – manutenzione per il riuso e rifunzionalizzazione di aree pubbliche e di strutture edilizie esistenti pubbliche per finalità di interesse pubblico; miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale e mobilità sostenibile. L’Amministrazione ha tempo sino al 4 giugno per fare domanda. Siamo certi – conclude La Ghezza (M5S) – che, almeno stavolta, non si perderà anche questa occasione messa a disposizione dal Governo”.

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Entro l’anno ci saranno 67 nuove colonnine di ricarica veloce per i veicoli elettrici lungo tutta la linea autostradale. A confermarlo è l’amministratore delegato di Aspi, Roberto Tomasi, in audizione a Montecitorio. Si tratta di un’accelerazione frutto della norma inserita nell’ultimo Legge di Bilancio dal MoVimento 5 Stelle, a prima firma del collega Giuseppe Chiazzese. La norma sostanzialmente obbliga i concessionari ad adempiere entro 180 giorni.

Apprezziamo l’avvio dell’iter da parte di Aspi ma chiediamo uno sforzo maggiore, in grado di accompagnare il lavoro che stiamo facendo in Parlamento e con il Governo per accelerare la transizione verso una mobilità privata sempre più a trazione esclusivamente elettrica. Inoltre, abbiamo segnalato che sono troppo pochi gli impianti in via di installazione localizzati al Sud: non possiamo lasciare indietro una parte del Paese e chiediamo ad Aspi di intervenire subito per colmare questo gap.
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Con l’approvazione dei pareri delle Commissioni Lavori Pubblici del Senato, e di quelle Ambiente e Trasporti della Camera, si dà avvio al commissariamento di 58 importanti opere per lo sviluppo del nostro Paese per una loro celere realizzazione. Il provvedimento è frutto del decreto Semplificazioni approvato lo scorso settembre che, a sua volta, ha modificato lo “Sblocca Cantieri”. Il perfezionamento dell’iter è compito del neo-ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile (Mims), Enrico Giovannini, che intende agevolare al massimo il lavoro dei commissari. L’avvio delle attività fornirà anche uno stimolo all’occupazione e alla ripresa economica oltre a consentire uno sviluppo più sostenibile sul piano ambientale. 

 

Per la loro realizzazione sono necessari 66,1 miliardi di euro, di cui circa 40 sono già disponibili. Alle 16 opere ferroviarie sono destinati 46 miliardi: l’alta velocità/alta capacità Brescia-Verona-Padova, il potenziamento della linea Venezia-Trieste; il potenziamento con caratteristiche di alta velocità della direttrice Salerno-Reggio Calabria e della direttrice Taranto-Metaponto-Potenza-Battipaglia; la realizzazione dell’asse ad alta velocità/alta capacità Palermo-Catania-Messina; il ripristino della linea Palermo-Trapani (via Milo); la chiusura dell’anello ferroviario di Roma; il completamento del raddoppio dell’asse ferroviario pontremolese; la realizzazione di opere sulla Napoli-Bari. Alle 14 infrastrutture stradali sono invece destinati 10,8 miliardi di euro: potenziamento della statale 106 Jonica, della strada statale Salaria, della statale 17 dell’Appennino abruzzese e appulo-sannitico, della statale garganica e della E78 Grosseto-Fano. Se 5,8 miliardi di euro andranno alla linea C della metropolitana di Roma, 1,7 sono invece dedicati a tre infrastrutture portuali: la darsena Europa nel porto di Livorno, la nuova diga nel porto di Genova e il rilancio della cantieristica nel porto di Palermo. Per le 12 opere idriche, invece, sono stati stanziati 1,2 miliardi: si tratta di interventi per la messa in sicurezza dell’Acquedotto del Peschiera che serve l’Italia centrale, inclusa la Capitale, e di 10 dighe tra Sardegna e Sicilia. Infine, 538 milioni di euro sono destinati ad interventi in 12 tra caserme e centri polifunzionali di pubblica sicurezza situati a Bologna, Catania, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria e Roma. La divisione degli investimenti prevede 26,9 miliardi di euro per le opere al Sud Italia, 21,6 al Nord e 17,6 al Centro Italia. 

 

A guidare il Mims nella scelta delle opere da commissariare, appoggiata dal Parlamento, sono stati criteri legati alla complessità progettuale, esecutiva o tecnico-amministrativa nonché il loro impatto sul tessuto socio-economico locale e nazionale. La gran parte di questi interventi infrastrutturali sono contenuti nella pianificazione strategica “Italia Veloce”, allegata al Documento di Economia e Finanza 2020 mentre alcune opere sono anche inserite nella proposta del PNRR (Piano Nazionale di ripresa e resilienza). Con l’auspicio che già questa prima lista di 58 opere possa condurre agli stessi risultati positivi raggiunti con la ricostruzione del Ponte di Genova, è ferma intenzione ampliare il confronto su un secondo elenco di interventi per cui nominare dei commissari. Come ha ricordato il ministro Giovannini, il ricorso al commissariamento non deve divenire la prassi ma rinnova la necessità di lavorare in parallelo con la semplificazione delle procedure e degli adempimenti ordinari e rafforzando la Pubblica Amministrazione inserendo personale con specifiche competenze tecniche e nei settori dell’innovazione e della digitalizzazione.

 

Tra le opere candidate ad essere inserite nella seconda lenzuolata di commissariamenti, prevista entro il 30 giugno, non mancheranno ulteriori infrastrutture dove vi è già un accordo tra i vari Enti e una necessità impellente della loro realizzazione, viste le oggettive ricadute sul tessuto socio-economico dei diversi territori interessati.

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