
La Commissione Ue ha rinviato il ritorno al rigore al 2023. Senza la riattivazione del Patto di Stabilità, gli Stati saranno liberi di investire per rilanciare la ripresa. Bruxelles, infatti, ha presentato “una comunicazione che fornisce agli Stati membri ampi orientamenti sulla conduzione della politica fiscale nel periodo a venire” che propone di “applicare la clausola di salvaguardia generale” che ha sospeso il Patto in seguito alla pandemia “nel 2022 e di disattivarla a partire dal 2023” ovvero finché il “livello di attività economica nell’Ue o nell’Eurozona” non ritorni “ai livelli pre-crisi (fine 2019)”.
La riforma del Patto di Stabilità è una nostra battaglia storica. Adesso serve una ‘green rule’ europea. E pensare che ci davano dei visionari e degli estremisti perché osavamo mettere in discussione il Patto di Stabilità e Crescita, auspicando la nascita di una nuova UE più solidale e senza vincoli anacronistici di bilancio. La proroga proposta dalla Commissione rappresenta un buon punto di partenza ora serve la revisione del PSC perché dobbiamo andare avanti con politiche espansive anche dopo il 2023. Il MoVimento 5 Stelle propone una ‘green rule’ europea per gli investimenti verdi che persegua la linea della Commissione europea per fronteggiare il cambiamento climatico, puntando ad un orizzonte europeo con l’ambiente al centro dell’idea di sviluppo. La riforma del Patto di Stabilità è un punto dirimente del nostro progetto politico.
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