
Al via il servizio civile universale che, da quest’anno e sino al 2023, prevede oltre 1.000 giovani “evangelizzatori del digitale”. È stato pubblicato online, infatti, l’avviso che consentirà di dare concretezza al servizio civile digitale voluto dai ministeri per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale e quello per le Politiche giovanili, con scadenza 29 luglio.
Il compito di questi volontari sarà quello di favorire l’uso dei servizi pubblici online e, in generale, alimentare le competenze digitali della popolazione. Stando ai dati Desi, infatti, il 58% degli italiani tra i 16 e i 74 anni non possiede un livello di competenze digitali almeno di base: ciò consentirebbe di esercitare in pieno i diritti di cittadinanza, oramai (per fortuna) in gran parte lontani da uffici e scartoffie.
L’ottima iniziativa della sperimentazione del Servizio civile digitale, promossa dalla ministra Fabiana Dadone (M5S), è molto importante non solo per ridurre drasticamente il divario digitale presente nella nostra società ma soprattutto per investire sui giovani e formarli alle nuove competenze.
È fondamentale continuare a sostenere la transizione digitale del Paese con progetti come questo perché migliorare la conoscenza e l’utilizzo delle nuove tecnologie migliorerà il funzionamento dei servizi essenziali alla cittadinanza, snellirà e semplificherà i procedimenti della macchina amministrativa oltre a rendere più fruibile e effettivo l’esercizio dei diritti di cittadinanza attiva.
Per il 2021 sono stati stanziati, in via sperimentale, 6,4 milioni di euro ma, grazie ai 60 milioni di euro inseriti nel Pnrr (Piano nazionale di Ripresa e Resilienza) in una delle azioni del Piano operativo della Strategia nazionale per le competenze digitale e del programma NextGenerationEu Reskill and Upskill. “Ciò rappresenta una grande opportunità sia per le nuove generazioni che per il sistema-Paese al fine di operare un decisivo passo per far immergere completamente la nostra società nell’utilizzo delle nuove tecnologie.
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