
Nei giorni scorsi, a Montecitorio รจ stato approvato il DEF, il Documento di Economia e Finanza, che rappresenta il principale strumento di programmazione economica a disposizione del Governo. Il Documento riporta ed analizza i dati economici del 2020 e le proiezioni sul triennio 2021-2024. In particolare, si riportano gli effetti della pandemia e delle misure di rilancio varate durante l’anno su PIL, crescita e finanza pubblica.
La pandemia da Covid-19 ha continuato a condizionare l’andamento dell’economia italiana. Il 2020 si รจ chiuso con una caduta del PIL pari all’8,9%, in linea con le previsioni della NADEF. Nonostante un quadro pandemico peggiore delle previsioni, l’economia ha retto grazie soprattutto all’efficacia degli interventi di politica economica, pari a 108 miliardi nel 2020. Come conseguenza di ciรฒ, l’indebitamento netto della Pubblica amministrazione (PA) รจ salito al 9,5% del PIL, dall’1,6% registrato nel 2019. Per quanto concerne il lavoro si รจ verificata una forte caduta dell’input, -11,0 per cento per le ore lavorate e -10,3% in termini di unitร di lavoro armonizzate (ULA).
Nel primo trimestre del 2021, il PIL รจ previsto in ulteriore calo per via del protrarsi delle misure restrittive che hanno inciso in maniera particolare sui servizi, mentre รจ probabile che nel primo trimestre il valore aggiunto dell’industria in senso stretto sia aumentato in termini congiunturali. Sull’inflazione, il cui indice armonizzato nel primo trimestre รจ risultato allo 0,7%, ci sono da segnalare le pressioni al rialzo emerse al livello dei prezzi alla produzione, non solo per via del recupero dei prezzi dell’energia ma anche per via di scarsitร di componenti e materiali che si sono manifestate all’interno delle catene del valore globali.
Il Def 2021 si inserisce in un contesto sanitario ed economico eccezionale e riflette dunque sul bilancio pubblico sia il crollo senza precedenti del Pil che l’intervento pubblico a beneficio di famiglie, imprese e servizi fondamentali. Cosรฌ si giustificano i numeri impressionanti del deficit pubblico e del debito pubblico, a cui nessuno era abituato.
Senza un intervento pubblico deciso l’economia sarebbe crollata a livelli insostenibili, con ricadute occupazionali e sociali incontrollabili. Siamo orgogliosi di aver stanziato in poco piรน di un anno oltre 180 miliardi di euro di interventi aggiuntivi tra ristori, sospensioni e cancellazioni fiscali, sostegni sui costi fissi delle imprese, sostegni ai lavoratori e alle famiglie, maggiori risorse per sanitร e servizi pubblici.
L’esplosione del rapporto debito/Pil durante la pandemia non รจ una prerogativa italiana, ma รจ avvenuta ovunque in Europa e nel mondo. Quella iniziata nel 2020 รจ la seconda grande crisi in poco piรน di un decennio e deve farci guardare con occhio critico alle attuali regole europee sulla finanza pubblica, a partire dal Patto di Stabilitร e Crescita. Per uscire piรน forte e piรน unita da questa pandemia l’Europa deve procedere a una riforma radicale del PSC, riservando alla BCE un ruolo centrale. Il ritorno alle vecchie regole non sarebbe sostenibile. Il Def 2021, dunque, รจ decisivo anche perchรฉ incorpora gli effetti macroeconomici del PNRR: 191 miliardi da impegnare entro il 2026 a cui si aggiungono i fondi del REACT EU (circa 13 miliardi) e altri 30 miliardi dal fondo complementare sugli investimenti che sarร finanziato dal governo italiano.
Nel Def trovano spazio anche i 40 miliardi di scostamento di bilancio da poco autorizzati dal Parlamento, che verranno utilizzati per finanziare il decreto Sostegni bis in procinto di emanazione da parte del Consiglio dei Ministri. La nostra prioritร รจ che le imprese continuino a essere sostenute fino a che non riusciranno a sostenersi da sole sul mercato, sia quelle che dovranno rimanere chiuse che quelle che riapriranno. Non possiamo illuderci che con le riaperture l’emergenza economica in corso si risolverร da sola. Lo Stato deve continuare a fare la sua parte.
Il Def 2021 si inserisce in un contesto sanitario ed economico eccezionale e riflette dunque sul bilancio pubblico sia il crollo senza precedenti del Pil che l’intervento pubblico a beneficio di famiglie, imprese e servizi fondamentali. Cosรฌ si giustificano i numeri impressionanti del deficit pubblico e del debito pubblico, a cui nessuno era abituato.
Senza un intervento pubblico deciso l’economia sarebbe crollata a livelli insostenibili, con ricadute occupazionali e sociali incontrollabili. Siamo orgogliosi di aver stanziato in poco piรน di un anno oltre 180 miliardi di euro di interventi aggiuntivi tra ristori, sospensioni e cancellazioni fiscali, sostegni sui costi fissi delle imprese, sostegni ai lavoratori e alle famiglie, maggiori risorse per sanitร e servizi pubblici.
L’esplosione del rapporto debito/Pil durante la pandemia non รจ una prerogativa italiana, ma รจ avvenuta ovunque in Europa e nel mondo. Quella iniziata nel 2020 รจ la seconda grande crisi in poco piรน di un decennio e deve farci guardare con occhio critico alle attuali regole europee sulla finanza pubblica, a partire dal Patto di Stabilitร e Crescita. Per uscire piรน forte e piรน unita da questa pandemia l’Europa deve procedere a una riforma radicale del PSC, riservando alla BCE un ruolo centrale. Il ritorno alle vecchie regole non sarebbe sostenibile. Il Def 2021, dunque, รจ decisivo anche perchรฉ incorpora gli effetti macroeconomici del PNRR: 191 miliardi da impegnare entro il 2026 a cui si aggiungono i fondi del REACT EU (circa 13 miliardi) e altri 30 miliardi dal fondo complementare sugli investimenti che sarร finanziato dal governo italiano.
Nel Def trovano spazio anche i 40 miliardi di scostamento di bilancio da poco autorizzati dal Parlamento, che verranno utilizzati per finanziare il decreto Sostegni bis in procinto di emanazione da parte del Consiglio dei Ministri. La nostra prioritร รจ che le imprese continuino a essere sostenute fino a che non riusciranno a sostenersi da sole sul mercato, sia quelle che dovranno rimanere chiuse che quelle che riapriranno. Non possiamo illuderci che con le riaperture l’emergenza economica in corso si risolverร da sola. Lo Stato deve continuare a fare la sua parte.
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