Emanuele Scagliusi
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Giardini e orti didattici all’interno delle scuole del primo ciclo. Laboratori sulla transizione ecologica per quelle del secondo ciclo. Il Ministero dell’Istruzione ha pubblicato le graduatorie che assegnano agli istituti scolastici della Puglia oltre 20 milioni di euro di fondi PON-REACT EU nell’ambito delle azioni del ‘Piano RiGenerazione scuola’. 


Per la prima azione “Edugreen: laboratori di sostenibilità” vengono finanziate 266 scuole pugliesi, ognuna con 25mila euro per complessivi 6,65 milioni di euro, per l’allestimento di giardini e orti didattici, innovativi e sostenibili, all’interno di uno o più plessi delle istituzioni scolastiche del primo ciclo. 


Con la seconda azione, “Laboratori green, sostenibili e innovativi” giungono in Puglia 13,78 milioni di euro per 106 istituti (130mila euro a progetto) per promuovere la realizzazione di ambienti laboratoriali per la transizione ecologica nelle scuole del secondo ciclo delle regioni del Mezzogiorno.


Anche la scuola deve svolgere un ruolo determinante per la transizione ecologica. Ora che stiamo superando, con non poche difficoltà, la fase post-pandemica, dobbiamo lavorare per una scuola sempre più inclusiva, innovativa e sostenibile che si faccia interprete, verso le nuove generazioni, del cambiamento culturale necessario per raggiungere gli obiettivi green che ci siamo posti a livello comunitario. 


Grazie a questi finanziamenti, gli alunni potranno apprendere elementi di scienze, di educazione alimentare e alla sostenibilità, sperimentando direttamente in ambienti naturali di esplorazione. Negli istituti superiori, inoltre, potranno essere realizzati laboratori sulla transizione ecologica e sulla sostenibilità, declinati in base alle specificità dell’istituto e con l’utilizzo di tecnologie innovative.



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La Commissione Trasporti della Camera ha approvato il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che individua i Commissari straordinari per un elenco di nuovi interventi strutturali. La “lenzuolata” di commissariamenti avviene ai sensi dello ‘Sblocca Cantieri’ e mira alla realizzazione o al completamento di opere caratterizzate da un’elevata complessità progettuale ed esecutiva, che prevedano notevoli procedure tecnico-amministrative e che abbiano un rilevante impatto sul territorio. 

È il caso della Puglia interessata dal nodo ferroviario Bari-Nord, dal raccordo ferroviario fra la stazione di Brindisi e l’Aeroporto del Salento sotto l’egida del commissario Roberto Pagone; al completamento dell’infrastrutturazione nel porto di Brindisi, a cura di Ugo Patroni Griffi, Presidente dell’Autorità portuale del Mar Adriatico Meridionale e del II lotto della Statale 275 Maglie-Santa Maria di Leuca con l’ing. Vincenzo Marzi che sta già portando avanti il I lotto.

Siamo soddisfatti di aver raggiunto questo risultato e siamo certi che i commissari porteranno a termine con solerzia e zelo il proprio compito affinché i pugliesi possano presto coglierne i benefici. Nel parere che ha accompagnato l’approvazione del decreto, abbiamo già individuato i prossimi interventi necessari a migliorare la mobilità in Puglia. 


Parliamo della stazione ferroviaria di Foggia Cervaro che permetterà di risparmiare ulteriori 15 minuti nel tragitto verso la Campania, fortemente voluta dalla collega Faro (M5S), di ulteriori lavori all’interno del Porto di Brindisi e della Statale dei Trulli che permetterà di far defluire il traffico dalla Statale 16 per raggiungere la Valle d’Itria da Bari in modo agevole. L’impegno per far sì che l’esempio di buona prassi politico-amministrativa del Ponte di Genova sia emulato anche nella nostra Puglia continua.

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La manutenzione e la messa in sicurezza delle infrastrutture stradali come prima grande opera necessaria. Sono in arrivo oltre 33 milioni di euro nei prossimi anni dal Governo per la manutenzione di ponti, viadotti e la rete viaria secondaria della Terra di Bari. 


In Conferenza Unificata Stato-Città e autonomie locali ha sancito l’intesa, infatti, sui due schemi di decreto del ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, di concerto con il ministro dell'Economia e delle Finanze, Daniele Franco. I fondi, che sarà compito della Provincia utilizzare, verranno corrisposti secondo un programma pluriennale: quasi 14 milioni di euro sono destinati alla messa in sicurezza o sostituzione di ponti o viadotti (o opere accessorie) per il periodo 2024-2029, mentre altri 19,4 milioni di euro circa saranno destinati per la manutenzione straordinaria e la messa in sicurezza della rete viaria secondaria e riguarderanno il periodo 2025-2029.

 

Si tratta di fondi provenienti da due provvedimenti distinti presenti nella Legge di Bilancio 2022. Il primo, quello dedicato a ponti e viadotti, ha un valore complessivo di 1,4 miliardi di euro in 6 anni, di cui 70,6 milioni per la Regione Puglia. Il secondo, per la manutenzione e messa in sicurezza della rete viaria ferroviaria, vale a livello nazionale 1 miliardo e 275 milioni, di cui oltre 87,2 milioni alla nostra regione.

 

L’auspicio è che la prossima Amministrazione di Polignano segni un netto cambio di passo sul passato e riesca a cogliere queste opportunità, andando ad intervenire sulle tante strade che ci collegano ai paesi vicini e che necessitano oggettivamente di serie interventi manutentivi e migliorativi.

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Come gruppo MoVimento 5 Stelle, auguriamo buon lavoro al presidente Mattarella che, con forza e convinzione, abbiamo voluto rieleggere Capo dello Stato. Nei giorni precedenti all’elezione, ci siamo adoperati per individuare profili di alto livello e la figura autorevole del presidente, che in questi anni ha rappresentato un faro per il Paese e una guida autorevole anche e soprattutto in questi duri anni di pandemia, è stata l’unica in grado di guidare l’Italia garantendone l’unità. Tutto il Paese deve essergli grato per la sua generosità.

 

Come parlamentari assicureremo il nostro impegno fattivo e concreto alla ricostruzione del Paese nel rispetto dei principi e dei valori che hanno permeato il suo discorso di insediamento. 

 

A Montecitorio, infatti, il Presidente ha ricordato gli impegni che ci attendono, nel segno dell’unità e della solidarietà. Ci aspettano ancora mesi di duro lavoro per fronteggiare la lotta al virus, sostenere la ripresa economica e sociale e dare una prospettiva stabile al Paese. Il suo esempio di generosità e di senso di responsabilità saranno la direzione del nostro impegno comune per rimuovere le disuguaglianze al di là di ogni distinguo politico.

 

Per il bene comune dei cittadini, è necessario dunque che tutte le forze politiche seguano un’agenda condivisa, che dia priorità alle importanti riforme necessarie per il Paese e che non possono più attendere, a iniziare dalla legge elettorale proporzionale per garantire ai cittadini una vera rappresentanza. 

 

Il Presidente ha ricordato, poi, il sacrificio e l’impegno del personale sanitario, dei giovani che hanno pagato più di tutti il prezzo di questa pandemia, delle famiglie che mai come adesso hanno bisogno di sentire vicino lo Stato. Ha esortato ad avere il coraggio di mettere in atto le riforme indispensabili per il paese. Ha chiesto al Parlamento di farsi portavoce delle esigenze dei cittadini, lavorando insieme per il bene comune. Le sue parole saranno la nostra bussola ed il Movimento 5 stelle continuerà a lavorare con determinazione e impegno per rispondere a questo appello accorato.

La parola ricorrente nel discorso del capo dello Stato Sergio Mattarella è stata dignità. L’ha ripetuta 18 volte. La dignità come pietra angolare del nostro impegno e della nostra passione civile, declinata in ogni ambito della vita sociale e democratica. È una parola cara al MoVimento 5 stelle che della dignità del lavoro, da svolgere in condizioni di sicurezza e libero da ogni forma di sfruttamento, ha fatto la sua bandiera. Ed è proprio dal concetto di dignità, che bisogna ripartire, tenendo ben a mente il monito che il Presidente della Repubblica ha consegnato all’Italia intera, rimettendo al centro il ruolo del Parlamento e approvando finalmente una legge sul salario minimo, che assicuri dignità ai lavoratori. Solo ripartendo dai diritti e dalla dignità delle Persone possiamo costruire un Paese più giusto e inclusivo e assicurare un futuro migliore alle nuove generazioni.


Infine, l’appello di Mattarella sulla giustizia deve spingerci a moltiplicare gli sforzi per completare quella riforma della settore a cui il Movimento 5 Stelle lavora ormai da tempo. Gli obiettivi raggiunti nel corso di questa legislatura sono molti ma diverse questioni, a partire dalla riforma del Csm fino alla legge sull’ergastolo ostativo, restano ancora aperte e dovranno necessariamente concludersi in maniera positiva.

 

In linea con quanto già previsto dal disegno di legge dell’ex ministro Bonafede, occorre accelerare i lavori parlamentari per porre un freno alla degenerazione del correntismo in magistratura e al fenomeno delle 'porte girevoli', nel pieno rispetto e a maggiore garanzia dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura. Per quanto riguarda l’ergastolo ostativo, invece, il nostro obiettivo è quello di preservare e migliorare questo istituto, rispondendo alle indicazioni della Corte Costituzionale.

 

Quello della giustizia, come ha sottolineato il presidente Mattarella, è un tema connesso con gli interessi della collettività e i cittadini devono poter riporre il massimo della loro fiducia verso la giustizia. Il nostro impegno proseguirà nel solco di quanto realizzato sino ad oggi, per restituire agli italiani una giustizia più efficiente, che goda di rinnovato prestigio, e su cui poter contare senza riserve.

 

Buon lavoro Presidente!

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La mobilità degli italiani continua a cambiare e ad innovarsi. Anche negli ultimi mesi del 2021, il Parlamento ha lavorato per adeguare le normative alle nuove modalità di trasporto. Con il decreto MiMS, abbiamo introdotto corpose misure di modifica al Codice della Strada. Concediamo ai Sindaci una maggiore disponibilità di riserva di posti di sosta, mediante ordinanza comunale. In particolare, la riserva di posti, oltre che per i casi già previsti in precedenza – veicoli di polizia stradale, vigili del fuoco e servizi di soccorso, veicoli al servizio di persone con limitata o impedita capacità motoria, munite di contrassegno, e servizi di linea per lo stazionamento ai capilinea – potrà essere ordinata anche per nuove fattispecie di veicoli. Nasce così il ‘Codice Rosa’ al servizio di donne in stato di gravidanza o di genitori con un bambino di età non superiore ai 2 anni. Tra i veicoli con nuovi spazi dedicati anche quelli elettrici, stalli riservati al trasporto scolastico e per il carico/scarico delle merci in ore dedicate. Per i Comuni, inoltre, è previsto l’obbligo di pubblicare sul proprio sito internet, entro il 30 giugno di ogni anno, una relazione delle somme incassate nell’anno precedente e su come queste saranno utilizzate. Per favorire una maggiore inclusione alle persone con disabilità, per le auto dotate del relativo contrassegno sarà garantita la sosta sulle strisce blu, nel caso in cui i parcheggi dedicati siano occupati. I costi saranno coperti dalle multe a carico di chi occupa senza titolo parcheggi dedicati, che subiranno una decurtazione dei punti sulla patente, in aumento da due a sei. 


Le nuove regole interessano anche i monopattini per un uso più consapevole della mobilità sostenibile, ulteriore affermazione di una direzione precisa che dobbiamo intraprendere che ci porterà ad abbattere le emissioni climalteranti e a disegnare un nuovo volto delle nostre città: più vivibili, meno inquinate e godibili per tutti. Sui monopattini è stato pertanto ribadito il divieto di circolazione sui marciapiedi, di marcia contromano e con passeggero, l’obbligo del casco per i minori e l’età minima per l’uso pari a 14 anni, l’obbligo di giubbotto retroriflettente e luci anteriore e posteriore in condizioni di scarsa visibilità nonché confisca del mezzo truccato. Sono state previste, poi, due novità: una riguardante la riduzione del limite di velocità da 25 a 20 km/h, l’altra il divieto di parcheggio sui marciapiedi, salvo in aree individuate dai Comuni. Infine, a partire dal 1° luglio 2022, saranno obbligatori gli indicatori luminosi di svolta e il freno su entrambe le ruote; un adeguamento che per i monopattini in circolazione sarà obbligatorio entro il 1° gennaio 2024.


Il decreto porta con sé un piccolo passo verso la digitalizzazione. Chi è multato per guida senza documenti, infatti, non dovrà portarli alla Polizia se questi possono essere verificati subito online. Purtroppo evitare la multa, come avremmo voluto, non è stato possibile: questo perché non tutti i contesti territoriali, specie più piccoli, hanno la facoltà di verifiche rapide sui database e, pertanto, avere i documenti cartacei con sé resta ancora un obbligo ma, quantomeno, il percorso verso la digitalizzazione è tracciato. 


Le novità investono anche il PRA, il Pubblico Registro Automobilistico. Grazie ad un nostro emendamento, la notifica di sequestro di un veicolo dovrà essere iscritta obbligatoriamente al PRA. In questo modo chi acquista un’autovettura usata potrà verificare preventivamente lo stato del mezzo. Si tratta di uno strumento decisivo per garantire la massima tutela dei cittadini che affrontano una spesa importante come quella necessaria per comprare un’auto usata. Prima di questo intervento normativo, infatti, si rischiava di acquistare un veicolo sotto sequestro senza che l’acquirente ne sapesse nulla. In caso di incidente, inoltre, sarebbe stato impossibile ottenere il rimborso dall’assicurazione.


In Parlamento, infine, abbiamo dato il via libera al ‘Piano nazionale sicurezza stradale 2030’ che prende le mosse da numeri e statistiche di contesto, rielaborando i risultati degli anni precedenti, e finalizza il proprio target attraverso la definizione di impegni su diversi pilastri. Tra questi: la gestione delle informazioni e dei dati della sicurezza stradale, la riqualificazione delle Infrastrutture, la tutela delle categorie più deboli sino alla gestione post emergenza. Il 2030 rappresenta una tappa intermedia verso il più ambizioso obiettivo dell’anno 2050 dell’azzeramento delle vittime della strada, la cosiddetta Vision zero. L’Italia si pone come obiettivo generale il dimezzamento di numero di vittime della strada entro il 2030, rispetto al 2020: si parte dall’ultimo dato disponibile di 3019 vittime per avere come obiettivo 1.515 vittime nel 2030, attraverso l’approccio Safe System, inteso come riduzione delle situazioni di rischio sotto ogni profilo possibile. Sebbene si sia registrato un sensibile e generalizzato calo, rispetto al quale l’Italia si posiziona nella media percentuale di riduzione attorno al 55% (nel ventennio 2001-2019), l’obiettivo del dimezzamento dei decessi a livello europeo è stato un obiettivo non conseguito né nel 2010 né nel 2020. 


Occorre uno sforzo maggiore, corale, che parta non solo dal miglioramento della qualità della rete stradale, ma anche dalle politiche di riqualificazione dei veicoli, dalla cura e attenzione alla cosiddetta utenza debole, nonché dalle politiche di inasprimento verso le condotte pericolose dei guidatori, agendo dunque anche sul fattore “culturale”. Sulla scorta dei due precedenti Piani (2010 e 2020), i quali hanno scontato le conseguenze di un non adeguato livello di finanziamento o cofinanziamento degli interventi, nonché di una troppo complessa gestione documentale in sede di rendiconto, questo Piano sembra orientato ad una maggiore consapevolezza della necessità di favorire in maggior misura gli Enti locali. 


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Equiparazione delle pensioni dei vigili del fuoco a quelle di agenti e poliziotti, anticipo pensionistico per operai e ceramisti, incremento del Fondo per la non autosufficienza, sgravi contributivi al 100% per le imprese fino a 9 dipendenti che assumono giovani apprendisti. E ancora: finanziamento di un fondo per il sostegno al reddito, nei periodi di fermo, per chi è assunto con contratto part-time ciclico verticale e dell’indennità di discontinuità per i lavoratori dello spettacolo anche nel 2023. 

 

Sono alcune delle misure fortemente volute dal MoVimento 5 Stelle ed inserite nella legge di Bilancio. E così, oltre a rifinanziare il Reddito di cittadinanza, con 1 miliardo di euro, e rafforzare i controlli contro frodi e abusi, siamo riusciti a dare una risposta concreta a tantissime categorie di lavoratori. Grazie al nostro lavoro in Parlamento, infatti, è stato completato il percorso che assicura ai vigili del fuoco trattamenti economici analoghi a quelli delle forze dell’ordine. Già nel 2019, con la prima legge di Bilancio del governo Conte II, eravamo riusciti a allineare gli stipendi dei pompieri a quelli dei poliziotti; ora chiudiamo il cerchio. Grazie a un nostro emendamento, adeguiamo anche le pensioni. Sempre in tema di pensioni, per la prima volta, consentiamo a edili e ceramisti, che svolgono un’attività fisicamente impegnativa, di lasciare il lavoro prima: a 63 anni di età e con 32 anni di contributi, non più 36. Lo chiediamo da anni, finalmente siamo riusciti a centrare l’obiettivo vincendo una battaglia di civiltà cominciata già nella scorsa legislatura e proseguita anche in questa grazie al nostro lavoro nel Governo Conte II e in Parlamento.

 

Per incentivare l’occupazione e sostenere le aziende, invece, sono stati pensati sgravi contributivi al 100% per 3 anni, dedicati alle imprese fino a 9 dipendenti che intendono assumere lavoratori con contratti di apprendistato di primo livello. Un aiuto in più che consentirà ai giovani di lavorare e conseguire un diploma o una qualifica professionale. Da ora e fino al 2026, ogni Comune potrà assumere 1 assistente sociale ogni 6.500 abitanti. In questo modo, tutti i gli enti locali italiani potranno tornare ad assumere assistenti sociali, in deroga ai vincoli e offrire servizi ai cittadini, più adeguati in tutto il territorio nazionale. Tra le novità, anche l’istituzione di un fondo da 60 milioni di euro (30 mln nel 2022 e altrettanti nel 2023) per finanziare, in futuro interventi dedicati ai lavoratori assunti con contratti di part-time ciclico verticale. 

 

Con questo emendamento gettiamo le premesse per riconoscere la Naspi, fino a un massimo di 13 settimane, a questa platea di lavoratori, nei periodi in cui non lavorano. In ultimo, ma non meno importante, siamo riusciti ad ottenere più risorse per il Fondo per la non autosufficienza, che è aumentato di 15 milioni di euro e per il Fondo dei lavoratori dello spettacolo, che nel 2023 potrà contare su 50 milioni di euro in più per l’indennità di discontinuità. È un segnale importante per questa platea di professionisti, particolarmente penalizzata dalla pandemia. 

 


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La Manovra economica ha confermato l’impegno sulle politiche inerenti la casa e la cura dell’ambiente anche per il 2022. Nel testo approvato definitivamente dal Parlamento, infatti, vi sono un insieme di agevolazioni che coniugano benessere e risparmio per i cittadini, ripartenza dell’economia e grande attenzione alla riduzione di sprechi ed emissioni inquinanti.

 

Innanzitutto, il Superbonus 110%. La Legge di Bilancio lo proroga fino a fine 2023 per gli edifici condominiali e fino a fine 2022 per le unifamiliari. Si tratta di una misura ideata e fortemente voluta dal MoVimento 5 Stelle, simbolo della transizione ecologica che vogliamo. Siamo riusciti ad ottenere sia il rinnovo sia l’abolizione dei tetti Isee per le abitazioni unifamiliari principali e dei termini di comunicazione della Cila. L’unico accorgimento è che i lavori debbano arrivare al 30% entro il 30 giugno 2022.

 

Una novità è l’introduzione di un bonus al 75% per garantire una maggiore accessibilità negli edifici, con l’abbattimento delle barriere architettoniche: una detrazione in 5 anni per le spese sostenute nel 2022, con tetto a 50mila euro per le villette, 40mila ad appartamento per i piccoli condomini e 30mila per le abitazioni nei palazzi oltre le 8 unità immobiliari. Il bonus serve per installare ad esempio ascensori o montacarichi e comprende le spese di smaltimento dei vecchi impianti.

 

Con un emendamento abbiamo anche chiarito che i prezzari individuati ai fini degli interventi di riqualificazione energetica restano applicabili anche per tutti gli altri bonus edilizi: ovvero sismabonus, anche al 110%, bonus ristrutturazioni e bonus facciate. Quest’ultimo resta in vigore ma con la percentuale ridotta dal 90 al 60%. Lo abbiamo detto e dimostrato con dati e casi concreti: il Superbonus 110% porta enormi benefici a famiglie, imprese, lavoratori e ambiente. Qualcun però, pur di criticare la nostra misura, sostiene che lo Stato si indebiti troppo per finanziarla. Ma anche in questo caso sono le stime di prestigiosi enti di ricerca a spiegare come stanno davvero le cose. Il Superbonus, infatti è un efficace strumento di politica economica e al tempo stesso un investimento che rientra ampiamente. Lo Stato ne trae vantaggio non soltanto perché crea benessere, lavoro, riduzione dei gas serra e crescita economica. La nostra agevolazione produce anche benefici in termini di entrate fiscali, proprio in virtù delle risorse che mette in circolo creando benessere e lavoro.

 

Secondo le recenti stime del Cresme (Centro di ricerche di mercato, servizi per chi opera nel mondo delle costruzioni e dell’edilizia), l’investimento pubblico per riconoscere il Superbonus ai cittadini si ripaga ampiamente. Nel decennio 2021-2031, periodo di vigenza fiscale dell’agevolazione, per il sistema economico italiano nel suo complesso il saldo sarà positivo per una quota di quasi 4 miliardi di euro. È questo il bello dell’effetto Superbonus benefici per tutti e lo Stato ci guadagna.

 

Legato agli interventi di ristrutturazione c’è poi anche il cosiddetto “bonus mobili”: il testo iniziale della Manovra lo abbassava a 5.000, ma durante l’esame in Parlamento lo abbiamo portato a 10.000 euro. Prorogato fino al 2023 anche il “bonus idrico”, l’agevolazione per l’acquisto e l’installazione di sistemi di filtraggio. Il credito d’imposta del 50% è finalizzato a razionalizzare l’uso dell’acqua e ridurre il ricorso alle bottiglie di plastica.

 


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Parte la rivoluzione dell’Assegno Unico universale per i figli. È ora possibile fare domanda per ottenere l’agevolazione, fino al 28 febbraio, mentre dal 15 al 22 marzo avranno inizio le erogazioni. L’assegno sarà erogato a tutti dal settimo mese di gravidanza fino al ventunesimo anno di età, o ancora oltre nel caso di figli con disabilità. Andrà da una base minima di 50 euro a figlio, per i nuclei con ISEE a partire da 40.000 euro, a una massima di 175 euro, per gli ISEE fino a 15.000 euro, che riguardano metà delle famiglie italiane. A queste basi potranno aggiungersi maggiorazioni per il terzo figlio, per i nuclei con 4 o più figli, per i figli con disabilità, per le madri di età inferiore ai 21 anni e per le famiglie in cui entrambi i genitori lavorano, al fine di incentivare anche l’occupazione femminile.  L’assegno unico universale avrà periodicità annuale, da marzo a febbraio. 

 

Si completa così il percorso di una misura di civiltà finanziata dal Governo Conte, fortemente voluta dal MoVimento 5 Stelle e che andrà a sostenere 7 milioni di famiglie e 11 milioni di figli. Ogni 12 mesi, a partire da gennaio, si dovrà presentare una domanda all’Inps tramite sito web, call center o grazie all’aiuto dei patronati. L’istituto di previdenza dovrebbe essere pronto già dai primi giorni di gennaio. L'assegno unico e universale è un traguardo importante, tassello fondamentale del progetto di riforma del welfare familiare lanciato dal MoVimento 5 Stelle.

 

Nelle prime 48 ore si sono registrate oltre 110mila richieste. Per il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, si tratta di “un punto di partenza, non di arrivo” per contrastare l’inverno demografico che sta vivendo il nostro Paese, con sempre meno nascite.

 



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Il Ministero dell’Istruzione, in sinergia con il Piano RiGenerazione Scuola, ha stanziato 102 milioni di euro di fondi PON per promuovere il tema della transizione ecologica e lo studio dell’educazione ambientale nelle scuole statali. Particolare attenzione è dedicata al Mezzogiorno. Le due linee di azione previste dal bando, infatti, riguardano la realizzazione e la riqualificazione di orti e giardini a fini didattici, innovativi e sostenibili rivolta alle scuole del ‘primo ciclo’ e con uno stanziamento di 45 milioni di euro. L’altra, invece, riservata al ‘secondo ciclo’ delle regioni del Sud (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia) prevede risorse pari a 57 milioni di euro, prioritariamente per gli istituti ad indirizzo agrario.


Anche la scuola deve svolgere un ruolo determinante per la transizione ecologica, trasmettendo i valori dell’educazione ambientale e rendendo gli studenti sempre più consapevoli e attenti ai temi della sostenibilità. Ogni scuola pugliese, a partire dall’11 gennaio, potrà presentare la candidatura per ognuna delle due azioni previste dal bando. L’obiettivo che il Piano RiGenerazione Scuola si pone è quello di permettere ai giovani studenti di apprendere i processi di transizione ecologica della filiera agroalimentare e sviluppare competenze per l’agricoltura 4.0. Per innovare il comparto primario, dobbiamo infatti partire dalla formazione delle future generazioni che saranno protagoniste di questo percorso di svolta per l’intera filiera e per l’economia del Paese. Ringrazio la sottosegretaria all’Istruzione Barbara Floridia per il suo grande impegno nel proporre progetti concreti e innovativi.

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Tra gli interventi previsti dalla Legge di Bilancio, in approvazione definitiva alla Camera dei Deputati, vi è quello di ridurre le emissioni e raggiungere gli obiettivi del pacchetto climatico “Fit for 55”, adottato dalla Commissione europea lo scorso 14 luglio, che promuove proposte legislative per raggiungere entro il 2030 i target prefissati dal Green Deal. Tra questi, la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del 55% rispetto ai livelli del 1990 affinché si arrivi alla “carbon neutrality” per il 2050.


Su questo dobbiamo concentrare i nostri sforzi nei prossimi anni. A questo scopo, in Manovra, è stato istituito un Fondo per la strategia di mobilità sostenibile che mette a disposizione 2 miliardi di euro nel periodo 2023-2034. Le risorse andranno a potenziare quanto già avviato in questi anni, rafforzando la transizione verso la mobilità sostenibile nelle nostre città. Si potranno realizzare piste ciclabili urbane e ciclovie turistiche, rinnovare i mezzi del trasporto pubblico locale, acquistare treni a idrogeno ma anche sviluppare e potenziare il trasporto merci intermodale su ferro. Il programma Fitfor55 indica la rotta che l’UE dovrà seguire per raggiungere l’obiettivo emissioni zero. E l’Italia sta facendo la sua parte. La transizione passa anche da qui.

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Con l’approvazione al DL Fisco in Senato dell’emendamento del MoVimento 5 stelle, che consente agli invalidi civili parziali (74%-99%) che svolgono attività lavorativa di poter fruire dell’assegno alle condizioni di sempre, abbiamo garantito che migliaia di cittadini possano fruire di un diritto consolidato nel tempo e che era a rischio dopo alcune decisioni giurisprudenziali. Abbiamo evitato così che venissero penalizzate le persone più fragili e le loro famiglie.


Il nostro faro dev’essere la Carta costituzionale che ci ricorda che la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo e lo fa a prescindere dalle condizioni personali, sociali e di salute dell'individuo. Per questo è importante che il Parlamento sia intervenuto prontamente per sanare questa ingiustizia.

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Non solo Alta Velocità e trasporto regionale, ma attenzione anche al servizio ferroviario di media e lunga percorrenza; ovvero i tradizionali intercity, ancora oggi molto utilizzati per gli spostamenti quotidiani da studenti e lavoratori. Il Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile, Enrico Giovannini, ha firmato il decreto che stanzia per Trenitalia 200 milioni di euro di fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), vincolati all’acquisto di treni ad emissione zero che andranno a sostituire vecchie unità elettriche e a diesel del servizio intercity. Migliora la qualità del servizio e migliora l’attenzione verso l’ambiente.


Il decreto prevede che i nuovi treni dovranno essere impiegati esclusivamente nei servizi di collegamento media e lunga percorrenza contribuiti con risorse statali nelle tratte da e per il Sud Italia. In particolare, saranno acquistati treni per i collegamenti intercity notte da e per la Sicilia e Reggio Calabria-Taranto e dovranno entrare in servizio, in base ai tempi del Pnrr, entro il 2026.


Non possiamo parlare di riduzione dell’annoso divario infrastrutturale fra Nord e Sud se non si interviene quanto prima anche sul servizio ferroviario. Per questo, abbiamo riportato al centro dell’attenzione anche il servizio intercity di media e lunga percorrenza, molto utilizzato per gli spostamenti quotidiani dei pendolari che potranno viaggiare a costi contenuti e con maggiori comfort e sicurezza.

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La pandemia da Covid-19, e i relativi periodi di restrizioni, hanno reso ancora più evidente l’importanza di una connessione internet davvero efficiente per il lavoro, lo studio e soprattutto la salute. Per far fronte a ciò, il Governo Conte II attivò una misura da 200 milioni di euro per le famiglie con un Isee inferiore ai 20mila euro destinata a garantire la fruizione di servizi internet con la banda ultra larga.


Ad oggi, il numero delle famiglie che hanno usufruito del voucher connettività Fase I risultano essere circa 200mila per oltre 106 milioni di euro, pari al 53% delle risorse disponibili. Durante il question time svoltosi in commissione, abbiamo chiesto che, a fronte di un investimento per le imprese nella Fase 2 che supera i 500 milioni di euro, il residuo delle somme disponibili per la Fase I rimanga a disposizione delle famiglie. Si tratta di una misura di equità che consentirebbe a molti cittadini di avere collegamenti internet sicuri ed efficienti necessari, non solo per ridurre il divario digitale, ma soprattutto per continuare a studiare e lavorare, considerata la perdurante incertezza del periodo che stiamo ancora attraversando.

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Con l’approvazione definitiva dei decreti Sostegni-bis e Semplificazioni-Governance, il Parlamento e il Governo hanno introdotto sia ulteriori misure di supporto sia norme che permettano di affrontare in maniera più agevole il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). L’obiettivo è lasciarsi definitivamente alle spalle la pandemia, anche sul versante economico, proiettandosi al contempo verso il PNRR e le sue cruciali sfide che dovremo essere in grado di vincere, entro la data limite del 2026.

Al fine di garantire la sicurezza della circolazione stradale e la copertura degli oneri connessi alle attività di monitoraggio, sorveglianza, gestione, vigilanza, infomobilità e manutenzione delle strade inserite nella rete di interesse nazionale sono stati assegnati ad ANAS SpA 35,5 milioni di euro. A questi si aggiungono 38 milioni di euro per l’assunzione, nel prossimo biennio, di 370 unità di personale: profili in possesso di alta specializzazione.

Il Sostegni-bis ha, poi, rifinanziato alcune misure messe in atto dal Governo per supportare le imprese nei difficili mesi della pandemia, mitigandone gli effetti economici. Al fondo per la compensazione dei danni subiti dagli operatori nazionali del settore aereo vanno 100 milioni; 300 ai gestori aeroportuali e ai prestatori di servizi aeroportuali; 150 alle imprese di trasporto ferroviario; mentre ulteriori aiuti vanno alle società cooperative di servizi di ormeggio, alle imprese armatoriali che esercitano attività di cabotaggio e alle imprese di lavoro portuale.

È pari a 6 milioni di euro, invece, il contributo a favore degli autotrasportatori per le maggiori spese che hanno dovuto affrontare a seguito del crollo del “Ponte Morandi” di Genova. Il relativo decreto attuativo ripercorrerà il sostegno già previsto nel 2018 per la forzata percorrenza di tratti autostradali e stradali aggiuntivi rispetto ai normali percorsi e per le difficoltà logistiche di ingresso e uscita dalle aree urbane e portuali.

Viene incrementato, poi, da 5 a 10 milioni di euro la dotazione del Fondo diretto a compensare le città portuali che hanno subito perdite economiche a seguito del calo del turismo crocieristico prodotto dalla pandemia e, al contempo, si dispone la non applicazione della tassa d’ancoraggio alle navi da crociera compensando, con un apposito fondo presso il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, le Autorità di sistema portuale dei mancati introiti della tassa. Con una copertura di 4 milioni di euro, viene esteso ai lavoratori portuali l’applicazione dell’indennità per le giornate di mancato avviamento al lavoro, che abbiano cessato di percepire il trattamento straordinario di integrazione salariale nel corso del 2020.

Sul trasporto ferroviario si interviene con una modalità semplificata di approvazione dell’aggiornamento per il prossimo biennio del contratto di programma 2017-2021, relativo agli investimenti, tra il Mims e la Rete Ferroviaria Italiana SpA.

Numerosi, infine, gli interventi sul comparto aereo volti a garantire la continuità territoriale, scongiurando il rischio di interruzione del servizio di trasporto di linea di passeggeri, attraverso prestiti alla società di gestione e indennizzi per quei viaggiatori che non hanno potuto usufruire dei propri biglietti causa pandemia. In favore dei lavoratori dei servizi aeroportuali di terra vengono riconosciute le prestazioni integrative arretrate e non erogate, riferite ai trattamenti di integrazione salariale in deroga con causale Covid mentre, con l’obiettivo di sostenere la fase di ripresa delle attività post pandemia, si concede sino al 31 dicembre una proroga della cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale in favore delle aziende operanti nel settore aereo che hanno cessato l’attività produttiva nel 2020.

Con le sue limitazioni agli spostamenti, il Covid-19 ha messo a dura prova le società di trasporto passeggeri mentre ha rilevato il fondamentale ruolo delle imprese di trasporto merci. Quello che ci attende è un autunno cruciale per impostare il lavoro progettuale del PNRR e proiettarci verso la prossima Legge di Bilancio. Mettere nel giusto modo i prossimi passi significherà rilanciare, per davvero, il Paese.
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Sono ingenti gli sforzi e le risorse messe a disposizione nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per un potenziamento nel cambiamento del concetto di “mobilità”, che dovrà sempre più essere sostenibile e innovativa, riducendo l’impatto ambientale. In questi ultimi mesi, in vista dell’avvio in autunno delle procedure attuative del PNRR, abbiamo lavorato per introdurre una serie di misure di supporto che possano permettere di raggiungere in maniera più determinata e agevole gli obiettivi che si prefigge il Piano.

Attraverso l’approvazione dei decreti Sostegni-bis e Semplificazioni-Governance, infatti, sono divenute realtà norme ritenute necessarie e propedeutiche ai futuri lavori che ci guideranno sino alla prossima Legge di Bilancio, la quale ci auguriamo segnerà un definitivo spartiacque per lasciarci alle spalle, una volta per tutte, la pandemia Covid-19 e le sue drammatiche conseguenze sull’economia nazionale.

I cittadini italiani vogliono tornare a spostarsi con serenità, sia per diletto e piacere sia per motivi lavorativi o per altre tipologie di necessità. L’obiettivo che ci si pone è far sì che questo ritorno agli spostamenti in maniera massiva sia scevro da timori nonché abbia il minor impatto possibile sull’ambiente.

Il primo risultato da raggiungere è quello di sostenere il settore del trasporto pubblico locale e regionale affinché i pendolari non perdano qualità e quantità di un servizio cruciale per la collettività. Attraverso uno stanziamento di ulteriori 800 milioni di euro per il 2021, abbiamo rifinanziato la copertura della riduzione dei ricavi di queste imprese dovuta alla pandemia. Il sostegno ha interessato anche le società di servizi di trasporto di persone su strada non soggetti a obblighi di servizio pubblico con ulteriori 5 milioni di euro per i danni subiti nonché un ristoro incrementato di 10 milioni di euro per le Regioni destinato a sostenere le imprese esercenti trasporto turistico di persone mediante autobus coperti.

Il Covid-19 si è abbattuto in maniera drammatica, poi, sul trasporto aereo di linea e sono state ingenti le risorse messe a disposizione per scongiurare il rischio di interruzione del servizio e garantire la continuità territoriale.

Abbiamo esteso, inoltre, da diciotto a ventiquattro mesi dalla data di emissione il periodo di validità del voucher riconosciuto in relazione a contratti di trasporto aereo, ferroviario, marittimo, ai contratti di soggiorno o ai pacchetti turistici. Una norma introdotta sin dal primo provvedimento anti-Covid, il “Cura Italia”. Sarà possibile, poi, usufruire del “buono viaggio” sino al 31 dicembre prossimo grazie ad un ulteriore stanziamento di 20 milioni di euro. Prevista dal decreto “Rilancio”, la misura sostiene gli spostamenti effettuati a mezzo taxi o noleggio con conducente da parte di persone fisicamente impedite o comunque a mobilità ridotta o con patologie accertate nonché da persone appartenenti a nuclei familiari in stato di bisogno. L’importo del buono copre il 50% della spesa sostenuta e non può superare i 20 euro per ciascun viaggio.

Per permettere l’avvio immediato degli interventi sulla rete ferroviaria nazionale, in vista dell’attuazione dei progetti compresi nel PNRR, sono state approvate modalità semplificate per l’aggiornamento del contratto di programma di investimenti tra il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili e la Rete Ferroviaria Italiana. Inoltre, siamo intervenuti sulla disciplina per la realizzazione di punti e stazioni di ricarica di veicoli elettrici affinché l’installazione delle infrastrutture venga considerata attività di edilizia libera, non soggetta al rilascio del permesso di costruire.
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La Puglia è la quarta regione per progetti ammessi e finanziati per la riqualificazione e messa in sicurezza degli istituti scolastici. È stata, infatti, pubblicata la graduatoria dell’avviso pubblico da 700 milioni di euro del Ministero dell’Istruzione che assegna ai Comuni le risorse per procedere speditamente con appalti e cantieri.

La Puglia ha a disposizione ben 56 milioni di euro per 32 progetti ammessi tra cui, purtroppo, non è presente Polignano che perde un’ulteriore occasione. Si tratta di risorse per la messa in sicurezza, la ristrutturazione, la riqualificazione, la riconversione, la costruzione di edifici per asili nido, scuole dell’infanzia e centri polifunzionali per i servizi alla famiglia. Una vera iniezione di fiducia in una fase storica nella quale proprio il mondo della pubblica istruzione ci chiede risposte e certezze per i prossimi anni scolastici. Nonché una dimostrazione di attenzione al futuro del Sud Italia.
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Nel corso delle audizioni sul trasporto scolastico, abbiamo ribadito che in un momento così delicato dell’emergenza sanitaria, in cui la ripartenza va bilanciata con la necessaria prudenza, è fondamentale arrivare pronti alla data di riapertura delle scuole, per garantire a studentesse e studenti di poter frequentare in sicurezza le lezioni nelle aule scolastiche.

Dalle audizioni è emerso l’impegno del comparto del Trasporto pubblico locale e dei comuni per assicurare la ripartenza delle lezioni, mentre resta l’incognita delle Regioni, che non hanno preso parte all’audizione, e del coordinamento con il Ministero dell’Istruzione.

Abbiamo ricevuto rassicurazioni sull’efficiente utilizzo dei fondi aggiuntivi stanziati dai Governi Conte Bis e Draghi ed è stata evidenziata l’utilità dei tavoli di coordinamento presso le prefetture, che però non sono ancora stati riconvocati in vista del nuovo anno scolastico.

Dalle associazioni è giunta, poi, la richiesta di ricorrere al green pass per i mezzi commerciali a lunga percorrenza, aumentando contestualmente la capacita degli stessi fino al 100%. E ha riscosso consenso la proposta del Movimento 5 Stelle di utilizzare mezzi di trasporto esclusivamente dedicati a studentesse e studenti della scuola secondaria e di estendere anche al settore scolastico l'uso del voucher taxi.



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Finalmente approvata in via definitiva in Commissione Affari sociali la norma, a prima firma Filippo Gallinella (M5S), che promuove l’utilizzo e la diffusione dei defibrillatori nei luoghi pubblici. Un provvedimento, giunto dopo un lungo iter di due anni, che può salvare la vita a tanti, se si considera che l’arresto cardiaco causa oltre 60mila vittime ogni anno.

La legge destina due milioni di euro alla progressiva diffusione e all’utilizzazione dei defibrillatori semiautomatici e automatici esterni nelle sedi delle Pubbliche Amministrazioni con almeno 15 dipendenti e con servizi aperti al pubblico, nei mezzi di trasporto, nelle scuole, nelle università.

I defibrillatori saranno posizionati in luoghi accessibili h24 anche al pubblico, favorendone la fruizione. Inoltre, sarà promossa ogni anno una campagna di sensibilizzazione rivolta al personale scolastico docente e non docente, agli educatori, ai genitori e agli studenti e sancisce la non punibilità per chi usa il defibrillatore senza esserne specificamente formato. Si tratta, di una norma di civiltà che promuove la cultura della sicurezza e del primo soccorso, nella consapevolezza che avere un defibrillatore immediatamente disponibile nei primi minuti può fare la differenza tra la vita e la morte.



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Sono 271 le proposte ammesse a finanziamento del Programma nazionale della qualità dell’abitare (PinQua) del Ministero per le Infrastrutture e la Mobilità Sostenibili (Mims) con l’obiettivo di riqualificare i centri urbani, ridurre il disagio abitativo e favorire l’inclusione sociale. Ai fondi inizialmente previsti (400 milioni di euro) si aggiungono i 2,8 miliardi del Fondo complementare al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

L’Alta Commissione istituita presso il Mims per esaminare le oltre 290 proposte pervenute da Regioni, Comuni e Città Metropolitane ha concluso in tre mesi la fase della selezione, stilando una graduatoria di progetti ammissibili al finanziamento, complessivamente pari a 3,2 miliardi di euro.

Gli indicatori utilizzati per definire la graduatoria dei progetti hanno tenuto conto sia della superficie residenziale che viene recuperata dal progetto, sia della maggiore inclusività sociale che esso genera, anche tramite il coinvolgimento nella successiva gestione dell’intervento da parte del terzo settore. Indicatori di impatto sociale, culturale, urbano territoriale, economico-finanziario e tecnologico sono stati i parametri su cui si è formato il giudizio della Commissione: l’apporto economico di fondi privati, la rispondenza alle politiche territoriali regionali, la sostenibilità ed efficienza energetica e la premialità al consumo di suolo zero hanno costituito alcune delle voci valorizzate dall’apposito programma informatico creato ad hoc.

Lo stesso ministro Enrico Giovannini (Mims) ha spiegato, esprimendo forte apprezzamento per l’impegno dell’Alta Commissione, che si tratta “di un programma del tutto innovativo per il nostro Paese, la cui attuazione andrà ad incidere positivamente sulla qualità della vita di migliaia di persone e di tante comunità attraverso la riqualificazione di aree urbane senza nuovo consumo di suolo. Vista la qualità del Programma e dei progetti ricevuti, abbiamo scelto di destinare 2,8 miliardi di euro del Fondo complementare del PNRR per finanziare molte più proposte di quelle finanziabili con i fondi ordinari. La riqualificazione in senso sostenibile degli spazi urbani è una delle principali linee strategiche del Ministero, in linea con il suo nuovo nome e le nuove competenze riguardanti la riqualificazione e le politiche urbane.

Tra i progetti ammessi anche “GenerAzioni urbane” per circa 15 milioni di euro. La proposta mira a rispondere a specifici bisogni di alcuni ambiti periferici della città di Bari (Adelfia, Alberobello, Bitritto, Corato, Gioia del Colle, Giovinazzo, Locorotondo, Modugno, Polignano a Mare, Rutigliano, Ruvo di Puglia, Santeramo in Colle e Toritto) caratterizzati da degrado fisico tanto della componente edificata quanto dello spazio pubblico, presentando zone PEEP ad alta densità abitativa e generalmente monofunzionale, privi di servizi di prossimità e di spazi di socialità. Viene, dunque, proposta la riqualificazione e l’incremento di edilizia residenziale pubblica attraverso il recupero di edifici dismessi (per un totale di n. 63 alloggi comunali e n. 675 di ARCA Puglia) volti a ridurre il disagio abitativo e a riqualificare il patrimonio edilizio, anche dal punto di vista energetico, ma anche l’inserimento di nuovi servizi, ampliando i livelli di mix funzionale attraverso l’insediamento di nuove attività secondo il concetto di prossimità, in modo da ridurre gli spostamenti in automobile; inoltre, verrà incrementata la dotazione di spazi aperti per il gioco, il tempo libero e lo sport, gli eventi culturali, orti urbani e giardini di quartiere. Le trasformazioni fisiche saranno accompagnate da misure per incrementare i servizi per l’infanzia e l’adolescenza anche con riferimento al tempo extra-scolastico, al fine di declinare a livello locale le strategie europee (Youth Goals), per qualificare e rafforzare le competenze al fine di favorire l’incontro con la domanda di lavoro qualificato e contribuire alla parità di genere, nonché alla conciliazione dei tempi vita-lavoro per facilitare l’accesso all’occupazione da parte delle donne.
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I trasporti, in particolare quelli del servizio scolastico, hanno rappresentato una seria criticità nella fase acuta della pandemia. Oggi, sulla scorta dell’esperienza, non possiamo farci trovare impreparati alla ripresa dell’anno scolastico a settembre.

Ne abbiamo parlato al question time tenutosi oggi alla Camera e rivolto al ministro delle Infrastrutture e mobilità sostenibili, Enrico Giovannini.

Sino ad ora, abbiamo stanziato 2,74 miliardi di euro a sostegno delle imprese del trasporto pubblico locale per mancati ricavi e per programmare i servizi aggiuntivi con particolare attenzione ai collegamenti scolastici. Risorse ingenti che, come abbiamo ribadito al ministro Giovannini, non sono sufficienti se non si fanno un’accurata programmazione e un monitoraggio continuo con gli organi preposti, come le Prefetture, le Regioni e gli Enti locali. Vigileremo sui progressi e la programmazione sentendo, di volta in volta, associazioni, organizzazioni e gli enti locali affinché si giunga a settembre garantendo a tutti gli studenti di veder assicurato il loro diritto allo studio in efficienza e sicurezza. Ma, soprattutto, in presenza.
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Grazie al lungo lavoro di mediazione che abbiamo condotto nei mesi scorsi sul Fondo complementare al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), siamo riusciti a far destinare alle regioni del Mezzogiorno almeno il 50 e l’80% delle risorse, rispettivamente, al rinnovo delle flotte di bus e al rafforzamento delle linee ferroviarie regionali.

Si tratta di vincoli di gran lunga superiori a quelli già previsti e che ora trovano conferma nella decisione del Ministero delle Infrastrutture e mobilità sostenibili di stanziare 600 milioni di euro alle Regioni e alle Province Autonome per l’acquisto di bus di nuova generazione per il trasporto pubblico locale e 1,5 miliardi di euro per il potenziamento delle ferrovie regionali, fondi approvati dalla Conferenza Stato-Regioni. Risorse che dovranno essere spese nel periodo 2021-2026 per l’acquisto e il potenziamento di mezzi di ultima generazione a basso impatto ambientale come veicoli ad alimentazione elettrica, a metano o a idrogeno. 

Un risultato che ci riempie di orgoglio e che vede soddisfatte le nostre richieste. Ora bisogna fare in modo che gli Enti locali spendano le risorse assegnate e che vadano nella direzione di una concreta sostenibilità. Avremo città più vivibili e meno inquinate e, soprattutto, rafforziamo i collegamenti territoriali, riducendo le diseguaglianze tra le diverse aree del Paese.

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Grazie alle nostre misure previste nel Decreto Agosto, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, sono ora disponibili 1,15 miliardi di euro per la messa in sicurezza di ponti e viadotti e la realizzazione di nuove infrastrutture e relativa rete viaria.

Le risorse, che si articolano nel prossimo triennio, sono parte di un finanziamento per la messa in sicurezza della rete di Province e Città Metropolitane cominciata già nel 2018 e che complessivamente ammonta a 6,9 miliardi di euro. Si tratta di investimenti fondamentali e destinati a numerose attività come la progettazione, la verifica della sicurezza, il dissesto idrogeologico o la vulnerabilità sismica. Con questo decreto poniamo l’ultimo tassello a un processo di verifica e controllo di tutte le nostre infrastrutture, indispensabile per una mobilità sicura e efficiente.

Giungono in Puglia, così, oltre 17,6 milioni di euro per il 2021, circa 22,7 milioni nel 2022 e ulteriori 17,6 nel 2023 per un totale di 57,9 milioni di euro nel triennio, ovvero il 5% abbondante delle somme complessive stanziate. I finanziamenti maggiori arriveranno in Capitanata (15,2 milioni di euro), a cui segue la Terra di Bari con 11,5 milioni di euro, la provincia di Lecce con 9,5 milioni, circa 8,2 milioni sia nella BAT sia nel tarantino e, infine, 5,3 milioni di euro nel brindisino.
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Nell’ambito del parere al Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che individua una seconda tornata di commissari straordinari per la realizzazione di interventi infrastrutturali da realizzare ai sensi del Dl Semplificazioni, le commissioni Trasporti e Ambiente della Camera hanno indicato un ulteriore elenco di opere che necessitano di una determinante accelerazione. 

Tra queste, diverse interessano la Puglia: il Parco della Giustizia di Bari; la direttrice Manna-Camporeale che collega le due stazioni ferroviarie ad alta velocità Hirpinia e Foggia; il collegamento mediano Murgia-Pollino, inserito nel piano nazionale per il Sud e approvato dal Cipe nel 2011; l’estensione del commissariamento della SS 275 anche al secondo lotto fino a Santa Maria di Leuca; l’estensione del commissariamento della linea ferroviaria Bari-Napoli al lotto relativo al ‘Nodo Bari Nord’; il raccordo ferroviario dell’aeroporto di Brindisi. Infine, per quanto concerne la linea ferroviaria Roma-Napoli-Bari, il Parlamento chiede che il commissario svolga, ai fini della velocizzazione della realizzazione dell’infrastruttura, lo studio di fattibilità, la progettazione e la costruzione di una piattaforma logistica presso la stazione Hirpinia, per garantire l’intermodalità.

Parliamo di interventi infrastrutturali caratterizzati da un elevato grado di complessità progettuale, da una particolare difficoltà esecutiva o attuativa oppure, ancora, da complesse procedure tecnico-amministrative. Opere che, avendo un rilevante impatto sul tessuto socio-economico dei territori, necessitano della nomina di un Commissario straordinario che possa accelerarne l’attuazione come l’esempio virtuoso del ponte di Genova ci dimostra. Il Parlamento continuerà a porre l’attenzione su queste importanti opere e monitoreremo sia il lavoro dei commissari sia l’impegno assunto dal Governo Draghi, certi che si giungerà presto allo sblocco di situazioni spesso impantanatesi negli anni.
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Con la firma del decreto da parte del ministro Giancarlo Giorgetti, diventa operativa la norma che permetterà di acquistare un nuovo apparecchio televisivo in linea con le nuove tecnologie DVB-T2 grazie al bonus rottamazione tv.

Un risultato importante che conferma l’ottimo lavoro che avevamo fatto nell’ultima legge di bilancio in cui destinavamo il Bonus Tv a famiglie a basso reddito o che possedevano vecchi apparecchi non compatibili. 

L’attuale incentivo di 100 euro potrà essere utilizzato da tutti i cittadini senza limite di reddito, mentre potrà essere cumulato al bonus del 2020 purché in possesso degli stessi requisiti. Si tratta di un salto di qualità nel digitale terrestre sia in termini di efficienza sia in termini di qualità, con il passaggio all’HD. Le nuove tecnologie DVB-T2 porteranno, infatti, benefici concreti come la qualità video, l’aumento del numero delle tv connesse a internet e migliori servizi.


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Anche i lavoratori dei servizi aeroportuali di terra potranno contare sul fondo di solidarietà per il trasporto aereo e il sistema aeroportuale. Nel Dl Lavoro, infatti, il Governo Draghi ha inserito il riconoscimento dell’operatività anche in favore di coloro che avevano ottenuto i trattamenti salariali in deroga ma ne erano rimasti esclusi nel 2020.

Il settore del trasporto aereo è stato duramente penalizzato dalla pandemia, i cui effetti perdurano ancora oggi. La drammatica crisi che i lavoratori hanno dovuto fronteggiare è stata mitigata da ammortizzatori sociali come la cassa integrazione straordinaria e il Fondo Straordinario per il Trasporto Aereo. Lo stesso non era accaduto per i lavoratori aeroportuali di terra, in particolare per gli scali Brindisi, Catania e Napoli che non hanno potuto usufruire dell'integrazione del fondo per l’anno 2020 a causa di una interpretazione restrittiva della norma.

Con l’approvazione del Dl Lavoro, ristabiliamo un criterio di equità fra i lavoratori, sostenendo il reddito in una fase che resta difficile dal momento che non possiamo ancora considerarci fuori dalla pandemia.
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In arrivo nuove risorse per interventi di edilizia scolastica. Il Ministero dell’Istruzione ha infatti pubblicato, in questi giorni, l’avviso che mette a disposizione degli Enti locali delle Regioni del Centro-Sud, tra cui la Puglia, fondi pari a 130 milioni di euro per la messa in sicurezza di mense scolastiche e palestre, oltre che l’adeguamento di aree gioco e impianti sportivi esistenti a uso didattico. Obiettivo dei finanziamenti, una maggiore diffusione del tempo pieno e dell’attività motoria.

Per l’adeguamento delle palestre e delle aree gioco l’importo massimo finanziabile è di 350mila euro mentre per le mense scolastiche è di 200mila. Il Comune di Polignano può presentare al massimo due candidature per due diversi edifici scolastici, mentre la Città metropolitana di Bari potrà presentare fino a quattro candidature e quattro progetti. La scadenza per candidarsi al bando è fissata alle ore 15 del 5 agosto 2021. Il Piano ‘RiGenerazione Scuola’ continua spedito, con autorizzazioni di spesa complessive pari a 2,6 miliardi di euro da inizio anno. Possiamo davvero dire che la rigenerazione parte da Sud per irradiarsi in tutto il Paese.

Il Ministro dell’Istruzione ha firmato anche il decreto per l’individuazione dei criteri per l’assegnazione di 12,5 milioni, quale quota annua dell’otto per mille per interventi urgenti. Il relativo avviso verrà pubblicato nei prossimi giorni.
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Razionalizzare l’uso dell’acqua e ridurre il consumo di bottiglie di plastica. Sono questi gli obiettivi del “Bonus Acqua Potabile” inserito nell’ultima Legge di Bilancio che prevede un credito d’imposta pari al 50% delle spese sostenute tra il 1° gennaio 2021 e il 31 dicembre 2022 sull’acquisto e l’installazione di sistemi di filtraggio, mineralizzazione, raffreddamento e/o addizione di anidride carbonica alimentare finalizzati al miglioramento qualitativo delle acque per il consumo umano erogate da acquedotti. La copertura è pari a 5 milioni di euro. L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato le regole per fruire del bonus e fissa a febbraio 2022 la prima finestra per comunicare le somme pagate nel corso del 2021. Possono godere del beneficio le persone fisiche, i soggetti esercenti attività d’impresa, arti e professioni e gli enti non commerciali, compresi gli enti del Terzo settore e gli enti religiosi civilmente riconosciuti.

In linea con altri incentivi ambientali già varati nel corso della legislatura, il provvedimento persegue diversi obiettivi: la difesa dell’ambiente, un ulteriore stimolo all’economia e un vantaggio economico per i cittadini. Sotto il profilo ambientale, ridurre i consumi di acqua nelle nostre case aiuta non solo a preservare le risorse idriche (che in estate sono sempre più scarse), ma consente anche di risparmiare energia e ridurre le emissioni climalteranti. Dopo gli Ecobonus per l’acquisto di veicoli a basse emissioni e il Superbonus per la riqualificazione energetica e sismica delle case, con il Bonus idrico ribadiamo ancora una volta un principio fondamentale: economia e ambiente possono e devono andare di pari passo.

Il credito d’imposta è pari al 50% della spesa sostenuta, fino a un massimo di mille euro di spesa per ciascun immobile per le persone fisiche e di 5mila euro per ogni immobile adibito all’attività commerciale o istituzionale, per gli esercenti attività d’impresa, arti e professioni e gli enti non commerciali. Tuttavia, considerato che il tetto per la spesa complessiva è di 5 milioni di euro l’anno, l’Agenzia calcolerà la percentuale rapportando questo importo all’ammontare complessivo del credito d’imposta risultante da tutte le comunicazioni validamente presentate.

L’importo delle spese sostenute deve essere documentato da una fattura elettronica o un documento commerciale in cui sia riportato il codice fiscale del soggetto che richiede il credito. Il pagamento va effettuato con versamento bancario o postale o con altri sistemi di pagamento diversi dai contanti. Dopo le comunicazioni telematiche del prossimo febbraio, il bonus potrà essere utilizzato in compensazione tramite F24, oppure, per le persone fisiche non esercenti attività d’impresa o lavoro autonomo, anche nella dichiarazione dei redditi riferita all’anno della spesa e in quelle degli anni successivi fino al completo utilizzo del bonus.



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Durante la pandemia, il Reddito di Cittadinanza è stato il vero argine alla crisi sociale del Paese. Non a caso, anche un’autorevole organizzazione internazionale come l’OCSE lo ha promosso rilevando che in Italia “la rete di sicurezza sociale è stata radicalmente migliorata” con il RdC, “che introduce maggiori benefici per le famiglie insieme a condizioni più rigorose”.

I dati resi noti dall’ISTAT la settimana scorsa ci impongono ulteriori sforzi per tutelare i cittadini che versano in condizione di povertà, a iniziare proprio dal rafforzamento del Reddito di Cittadinanza. Grazie al MoVimento 5 Stelle, con la legge di Bilancio 2021 prima e con il decreto Sostegni poi c’è stato un aumento delle risorse inizialmente stanziate per il RdC, così da dare, unitamente al Rem, un aiuto concreto a milioni di cittadini. In vista della prossima Manovra, riteniamo necessario un ulteriore finanziamento del Reddito di Cittadinanza in modo da garantire maggiore attenzione alle famiglie numerose.

Parafrasando Papa Francesco, questo non è il momento di chiudere i pugni ma di tendere la mano verso i poveri. Al contempo, continuiamo a lavorare per riformare e potenziare i Centri per l’impiego assicurando non solo ai percettori del Reddito ma anche a disoccupati e lavoratori in transizione un sistema più efficace ed efficiente di politiche attive del lavoro dopo anni di immobilismo. L’intenzione del Governo Draghi di portare avanti il nostro piano non può che farci piacere: vuol dire che è la strada giusta da seguire.
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Si celebra oggi, 3 giugno, la Giornata mondiale della Bicicletta istituita nel 2018 dall’Onu per incentivare un mezzo di trasporto “semplice, ecologico e sostenibile”.

La Bike Economy è da sempre un’industria di grande tradizione artigiana in Italia e, complice la pandemia, abbiamo assistito ad un vero boom della produzione, con picchi del 20%. Dopo aver incentivato l’utilizzo delle due ruote attraverso il Bonus Mobilità, che ha raggiunto un notevole successo tra gli italiani con oltre 662.293 beneficiari per un ammontare totale pari a 202,3 milioni di euro di cui 53,6 milioni al Sud, è ora lo stesso Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza a sancire l’importanza di questo settore. Con lo stanziamento di ben 600 milioni di euro, infatti, prevediamo di realizzare circa 570 km di piste ciclabile urbane e metropolitane nonché circa 1.250 km di piste ciclabili turistiche. Il 50% delle risorse saranno destinate alle Regioni del Sud sia per favorire gli spostamenti quotidiani e l’intermodalità sia per raggiungere obiettivi turistici e ricreativi.

L’Italia è ai primi posti a livello mondiale in molti punti della filiera produttiva. Dagli ultimi dati a disposizione, è il primo Paese in Europa per numero di bici vendute all’estero, pari a 1.776.300. Crescono, poi, le imprese del settore: 3.128 tra produzione, riparazione e noleggio; in crescita del 3,2% negli ultimi 5 anni con il coinvolgimento oltre 7.400 addetti.

Usare la bicicletta aiuta concretamente l’economia, l’occupazione, e fa bene alla salute, al turismo e all’ambiente.
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Quasi 35 miliardi di euro è l’ammontare delle risorse dedicate dal PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza alla mobilità sostenibile, agli investimenti sulla rete ferroviaria e stradale nonché al trasporto locale.

Tra gli obiettivi da raggiungere vi è il miglioramento della qualità della vita attraverso la diminuzione dell’inquinamento acustico e dell’aria, la riduzione delle congestioni e l’integrazione di nuovi servizi. Si punta ad una mobilità “soft”, favorendo l’intermodalità e l’utilizzo di biciclette con la realizzazione di circa 570km di piste ciclabili e circa 1.250km di piste ciclabili turistiche attraverso uno stanziamento di 600 milioni di euro. Il numero dei ciclisti è in costante crescita dal 2013 e, oltre alla diffusione di un mezzo di trasporto non inquinante, rappresenta una fonte di indotto economico dal valore pari a 7,6 miliardi di euro l’anno.

Ben 3,6 miliardi di euro sono finalizzati, invece, ad ottenere uno spostamento di almeno il 10% del traffico su auto private verso il sistema di trasporto pubblico. Ad oggi, infatti, i mezzi privati sono i più utilizzati in Italia, con 2 persone su 3 over18 che hanno utilizzato ogni giorno l’auto. La misura prevede la realizzazione di 240km di rete attrezzata per le infrastrutture del trasporto rapido di massa suddivise in metro (11km), tram (85km), filovie (120km) e funivie (15km). Ci si concentrerà maggiormente sulle aree metropolitane delle maggiori città italiane così da diminuire la congestione e i problemi legati all’inquinamento.

Gli spostamenti su vetture private rimarranno, inevitabilmente, la percentuale più consistente ed è per questo che incentiviamo lo sviluppo di una mobilità basata su veicoli elettrici, che ad oggi incide appena per lo 0,1% sul totale dei veicoli. Per raggiungere gli obiettivi europei in materia di decarbonizzazione è previsto un parco circolante di circa 6 milioni di veicoli elettrici al 2030, per i quali si stima siano necessari 31.500 punti di ricarica rapida pubblici: con 750 milioni di euro ne realizzeremo 7.500 in autostrada e 13.755 nei centri urbani, oltra a 100 stazioni di ricarica sperimentali con tecnologie per lo stoccaggio dell’energia.

Rinnoveremo, poi, le flotte di autobus con mezzi a basso impatto ambientale e di treni per il trasporto regionale e intercity con mezzi a propulsione alternativa per cui vengono stanziati circa 3,64 miliardi di euro. Accelereremo l’attuazione del Piano Strategico Nazionale per la Mobilità Sostenibile con l’acquisto, entro il 2026, di circa 3.360 bus a basse emissioni, con circa un terzo delle risorse destinate alle principali città italiane. Accompagneremo questo sforzo produttivo con 300 milioni di euro dedicati alla diffusione e promozione di trasformazione tecnologica della filiera legata alla produzione di autobus in Italia, con l’obiettivo di espandere la capacità produttiva e il miglioramento dell’impatto ambientale. Ridurremo l’età media del parco rotabile regionale, invece, tramite l’acquisto di unità a propulsione elettrica e a idrogeno con l’acquisto di 53 treni per sostituire un numero equivalente di vecchie unità entro il 2026, a cui si aggiungono 100 carrozze di nuova concezione sviluppate con materiali riciclabili e rivestite con pannelli fotovoltaici. Lavoreremo, inoltre, sul versante delle semplificazioni per procedure più rapide per la valutazione dei progetti di trasporto pubblico locale con impianti fissi e di trasporto rapido di massa.

Una parte da protagonista nel PNRR la svolge l’idrogeno, su cui investiamo oltre 3 miliardi di euro, per un terzo dedicati al mondo dei trasporti. Verranno create 40 stazioni di rifornimento a base di idrogeno, con distributori adatti a camion e auto, e implementati i progetti di sperimentazione delle linee a idrogeno. Grazie a questa misura, il segmento degli autocarri a lungo raggio, ad oggi uno dei più inquinanti e responsabile di circa il 5-10% delle emissioni di CO2 complessive, potrebbe registrare una penetrazione significativa dell’idrogeno fino al 5-7% del mercato entro il 2030. Un altro settore di interesse per l’idrogeno è il trasporto ferroviario passeggeri. In Italia circa un decimo delle reti ferroviarie è servito dai treni diesel: dove abbiamo treni dall’età media elevata e l’elettrificazione risulti non fattibile o competitiva possiamo prevedere la conversione all’idrogeno. Saranno coinvolte regioni dall’elevato traffico in termini di passeggeri come Lombardia, Puglia, Sicilia, Abruzzo, Calabria, Umbria e Basilicata. Il progetto include la produzione di idrogeno verde in prossimità delle stazioni di rifornimento (si punta a realizzarne 9 su 6 linee ferroviarie), tramite sviluppo dell’intero sistema di produzione, stoccaggio e utilizzo dell’idrogeno.

Gli investimenti più corposi riguarderanno la rete ferroviaria (24,77 miliardi di euro). Innanzitutto acceleriamo l’iter di approvazione dei singoli progetti e del Contratto di programma quinquennale tra MiMS e RFI così da velocizzare progettazione e realizzazione dei lavori. Si interverrà sull’Alta Velocità per lo sviluppo dei servizi ferroviari passeggeri e merci a lunga percorrenza, collegando il Sud (Napoli-Bari; Palermo-Catania-Messina; Salerno-Reggio Calabria) e integrandosi con i sistemi di trasporto regionale, riducendo i tempi di percorrenza e aumentando la capacità. Al Nord, invece, si investirà sulle direttrici Brescia-Verona-Vicenza, Liguria-Alpi e Verona-Brennero. I progetti riguarderanno poi anche le cosiddette “connessioni diagonali” dall’Adriatico e dallo Ionio al Tirreno con investimenti su Roma-Pescara; Taranto-Metaponto-Potenza-Battiglia e il rafforzamento della Orte-Falconara.

Agiremo per la piena interoperabilità con le reti ferroviarie europee con lo sviluppo del sistema di gestione ERTMS nonché per il potenziamento dei nodi ferroviari metropolitani, dei collegamenti nazionali chiave e delle linee regionali. Verranno superati i nodi critici che al Sud rappresentano veri e propri “colli di bottiglia”, migliorando e riqualificando inoltre le stazioni in termini di accessibilità e integrazione con il territorio.

Si interviene, infine, sulla sicurezza stradale con due linee di riforma: il trasferimento della titolarità delle opere (ponti, viadotti, cavalcavia) relative alle strade di secondo livello ai titolari delle strade di primo livello, ovvero autostrade e strade extraurbane principali; l’attuazione delle linee guida per la classificazione e la gestione del rischio, la valutazione della sicurezza e il monitoraggio dei ponti esistenti.


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