Oggi alle 15, con il collega Alessandro Di Battista, in occasione del question time a Montecitorio, esorterĂ² il Governo ad adottare tempestivamente le iniziative, anche normative, per avanzare all’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) la richiesta di invio di osservatori elettorali in occasione delle prossime elezioni regionali siciliane del 5 novembre. La nostra richiesta ha suscitato non poche polemiche da parte di esponenti degli altri partiti, i quali non hanno lesinato dichiarazioni al vetriolo verso il candidato premier Luigi Di Maio (M5S) autore della lettera di richiesta all’OSCE.
Un vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, chiede all’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa la disponibilitĂ a monitorare le elezioni regionali in Sicilia e tutti i politicanti di casa nostra, da destra a sinistra, si affrettano a criticare questa richiesta. Hanno parlato di ‘fesseria’, di ‘richiesta inopportuna’, di ‘offesa ai siciliani’ e c’è addirittura chi si erge come l’onorevole Pisicchio, da capogruppo di un partito politico che non esiste, a nuovo barzellettiere facendo battute ironiche ricche di spirito, ma neanche troppo. Si è scomodato addirittura il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Delrio, per ribadire che la nostra democrazia è sana e seria.
Da membro della delegazione OSCE vorrei fare presente che l’Organizzazione di cui faccio parte con orgoglio ha giĂ monitorato le elezioni di Stati Uniti, Inghilterra e Germania, tra gli altri. Anche in questi Paesi è sospesa la democrazia? Forse servirebbe anche alle prossime regionali, visto ciĂ² che è accaduto nell’ultima tornata sfociato in ben 21 arresti con il coinvolgimento del clan barese dei ‘Di Cosola’ nell’indagine sul presunto voto di scambio mafioso nel 2015 in Puglia o con altri casi plateali, denunciati anche dallo stesso Movimento 5 Stelle”. L’attivitĂ di monitoraggio elettorale costituisce una componente fondamentale della politica dell’Unione europea ed ha giĂ visto la partecipazione di delegazioni OSCE in altri Paesi, a prescindere dal loro tasso di sviluppo democratico, come avvenuto recentemente in Stati Uniti ed in Gran Bretagna. Un monitoraggio che ha visto protagonista anche l’Italia quando, nel 2006, su invito del Ministero degli Affari Esteri italiano, Gianfranco Fini, l’ufficio dell’OSCE per le Istituzioni Democratiche e i Diritti Umani (ODIHR), basato a Varsavia, inviĂ² una delegazione per le elezioni politiche.
Purtroppo il vero problema di questo Paese sono l’arroganza e l’ipocrisia di alcuni personaggi abituati a muoversi in un certo modo e che hanno portato l’Italia ad essere tra i piĂ¹ corrotti d’Europa, se non il piĂ¹ corrotto. Se i partiti agiscono in tutta onestĂ garantendo la correttezza del voto, perchĂ© si agitano così tanto? Cosa li preoccupa? Di certo la nostra richiesta non preoccupa i cittadini siciliani che hanno giĂ manifestato la loro approvazione. L’elenco dei candidati ‘impresentabili’ presenti nelle liste che sostengono gli aspiranti presidenti della giunta regionale, sia della coalizione di centrodestra sia di centrosinistra, desta particolare preoccupazione ai fini della regolaritĂ del voto. Oltre a personaggi colpiti da accuse gravissime vi sono anche numerosi casi di candidati sotto inchiesta per reati legati specificamente al procedimento elettorale: in molti sono colpiti da accuse come truffa aggravata, corruzione elettorale e voto di scambio. Si tratta di situazioni che tipicamente conducono ad una atmosfera di intimidazione nei confronti della cittadinanza che turba il regolare svolgimento della competizione elettorale. Insomma, il rischio di inquinamento del procedimento elettorale in Italia di certo non ce lo siamo inventato noi e nulla lascia presagire che le imminenti elezioni siciliane, data anche la loro primaria rilevanza anche dal punto di vista nazionale, saranno libere da inquinamenti estranei alle logiche proprie di una competizione in un paese democratico.
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