
Razionalizzare l’uso dell’acqua e ridurre il consumo di bottiglie di plastica. Sono questi gli obiettivi del “Bonus Acqua Potabile” inserito nell’ultima Legge di Bilancio che prevede un credito d’imposta pari al 50% delle spese sostenute tra il 1° gennaio 2021 e il 31 dicembre 2022 sull’acquisto e l’installazione di sistemi di filtraggio, mineralizzazione, raffreddamento e/o addizione di anidride carbonica alimentare finalizzati al miglioramento qualitativo delle acque per il consumo umano erogate da acquedotti. La copertura è pari a 5 milioni di euro. L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato le regole per fruire del bonus e fissa a febbraio 2022 la prima finestra per comunicare le somme pagate nel corso del 2021. Possono godere del beneficio le persone fisiche, i soggetti esercenti attività d’impresa, arti e professioni e gli enti non commerciali, compresi gli enti del Terzo settore e gli enti religiosi civilmente riconosciuti.
In linea con altri incentivi ambientali già varati nel corso della legislatura, il provvedimento persegue diversi obiettivi: la difesa dell’ambiente, un ulteriore stimolo all’economia e un vantaggio economico per i cittadini. Sotto il profilo ambientale, ridurre i consumi di acqua nelle nostre case aiuta non solo a preservare le risorse idriche (che in estate sono sempre più scarse), ma consente anche di risparmiare energia e ridurre le emissioni climalteranti. Dopo gli Ecobonus per l’acquisto di veicoli a basse emissioni e il Superbonus per la riqualificazione energetica e sismica delle case, con il Bonus idrico ribadiamo ancora una volta un principio fondamentale: economia e ambiente possono e devono andare di pari passo.
Il credito d’imposta è pari al 50% della spesa sostenuta, fino a un massimo di mille euro di spesa per ciascun immobile per le persone fisiche e di 5mila euro per ogni immobile adibito all’attività commerciale o istituzionale, per gli esercenti attività d’impresa, arti e professioni e gli enti non commerciali. Tuttavia, considerato che il tetto per la spesa complessiva è di 5 milioni di euro l’anno, l’Agenzia calcolerà la percentuale rapportando questo importo all’ammontare complessivo del credito d’imposta risultante da tutte le comunicazioni validamente presentate.
L’importo delle spese sostenute deve essere documentato da una fattura elettronica o un documento commerciale in cui sia riportato il codice fiscale del soggetto che richiede il credito. Il pagamento va effettuato con versamento bancario o postale o con altri sistemi di pagamento diversi dai contanti. Dopo le comunicazioni telematiche del prossimo febbraio, il bonus potrà essere utilizzato in compensazione tramite F24, oppure, per le persone fisiche non esercenti attività d’impresa o lavoro autonomo, anche nella dichiarazione dei redditi riferita all’anno della spesa e in quelle degli anni successivi fino al completo utilizzo del bonus.
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